Terremoto, Amatrice: bambino chiede aiuto da sotto macerie

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2016 - 16:29 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto, Amatrice: bambino chiede aiuto da sotto macerie

Terremoto, Amatrice: bambino chiede aiuto da sotto macerie

ROMA – “C’è un bambino sotto le macerie, lo hanno sentito chiamare aiuto e stanno cercando di tirarlo fuori”. Lo ha detto ad Amatrice uno speleologo che sta partecipando ai soccorsi post terremoto. Nella stessa zona del centro dove si trova l’edificio crollato con il bimbo sotto le macerie – del quale non si conosce l’età – in mattinata sono stati estratti quattro cadaveri e due ragazze ancora vive.

Sono ancora tante le persone sotto le macerie, come racconta Maria Paola Gianni, giornalista che la notte scorsa si trovava vicino Amatrice. “Ho sentito il frastuono del terremoto, poi il buio totale perché è andata via la corrente. Non trovavo il cellulare, ho dovuto scavalcare le macerie per arrivare al portone. Ma il portone non si apriva, era bloccato. Ero disperata. Allora ho preso a calci il portone, sapendo che poteva crollarmi la casa addosso, e finalmente si è aperto. C’era anche l’inferriata bloccata, ma alla fine sono uscita”. E’ il racconto della notte del terremoto di Maria Paola Gianni, giornalista di Roma che si trovava nella sua casa a Sommati, frazione di Amatrice, proprio mentre la terra ha tremato. Con lei c’era la sorella. Entrambe sono illese, ma la casa è in condizioni drammatiche: “E’ crollato un muro interno, è piena di macerie. E’ andata”.

Gianni lavora a Milano nel periodico Quattro Zampe, e il suo pensiero è andato subito al suo cane, Sogno. “Non lo trovavo, non aveva emesso alcun suono – racconta ancora la giornalista – Allora mi sono fatta dare un cellulare, e nel buio pesto sono rientrata in casa. L’ho trovato in un angolo, l’ho preso in braccio e l’ho portato via. Dopo qualche minuto c’è stata un’altra scossa di assestamento ed è stato terribile, percé abbiamo sentito crolli e urla che provenivano dalle case vicine”.

Gianni descrive la sua abitazione come un edificio indipendente, separato dal resto dell’abitato, con un giardino nel quale “si sono riversate tante persone, perché è in piano e senza edifici attorno. Non abbiamo chiamato i soccorsi perché sapevamo che c’erano persone che stavano peggio di noi. Abbiamo aspettato l’alba, un po’ in macchina, un po’ fuori, nel buio”. Il sole ha illuminato un paesaggio spettrale: “Alcuni tratti di strade non erano agibili – riporta ancora – Ho girato per il paese, ho visto una casa completamente rasa al suolo dove stavano cercando di tirare fuori dalle macerie una coppia di inglesi di circa 50 anni con un ragazzo. Ma la casa era appiattita. Le persone là accanto hanno sentito i lamenti fino alle 4 di notte. Poi non li hanno sentiti più”.