Terremoto Amatrice, cinesi da Firenze con furgoni carichi di viveri

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Agosto 2016 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Amatrice, cinesi da Prato con furgoni carichi di viveri

Terremoto Amatrice, cinesi da Prato con furgoni carichi di viveri

AMATRICE (RIETI) – Cinesi in viaggio da Firenze ad Amatrice per aiutare gli sfollati del terremoto del 24 agosto. L’idea del viaggio, racconta Jacopo Storni sul Corriere della Sera, è venuta a Francesco Xia e Luca Zheng. Hanno fatto la spesa all’ingrosso, hanno raccolto materassi e coperte tra le fabbriche cinesi di Campi Bisenzio e Osmannoro e hanno noleggiato cinque furgoni.

Così Francesco, Liyuan, Shiyi, Giada, Mingwu, Luca sono partiti alla volta di Amatrice (Rieti), carichi di viveri. Tutti indossano una maglietta bianca con la scritta “Fiorentini cinesi per Amatrice. Pray for Amatrice”.

Racconta Storni sul Corriere della Sera:

Partenza sabato mattina poco dopo l’alba da Piazzale Marconi all’Osmannoro, lo stesso piazzale dove si verificarono i violenti scontri con la polizia a fine giugno. Ieri piazza di guerriglia, oggi preludio di un cammino di pace: «Vogliamo dare un messaggio di solidarietà, dialogo, integrazione».

Traboccano i furgoni: pannolini, acqua, coperte, materassi, vestiti, pennarelli, matite, penne, giocattoli. E ancora: 100 chili di formaggi, 300 chili di patate, 100 chili di cipolle, 150 chili di carote, 30mila piatti di plastica, 30mila bicchieri, 30mila posate. E poi pacchi di tonno, fagioli, piselli, biscotti.

«Quando ho visto in televisione il terremoto – racconta Giada Lin – ho provato una grande sofferenza, ma allo stesso tempo ci siamo chiesti come potevamo essere d’aiuto. Dovevamo fare qualcosa per aiutare i nostri connazionali». Connazionali, perché anche loro sono italiani, seppur con gli occhi a mandorla. «E vogliamo portare un sostegno ai nostri fratelli sfollati».

Anche perché alcuni di loro sanno che cosa vuol dire essere sfollati:

L’hanno vissuto sulla propria pelle, dormendo in macchina, sui marciapiedi o nelle fabbriche dormitorio. Oggi sono integrati, lavorano. Tanti sono nati qui. E di fronte a questa tragedia, si sono sentiti in dovere di fare qualcosa. Sanno bene cosa significa il terremoto. Ricordano ancora il sisma cinese del 2008. Devastò il Sichuan, 69mila morti. Un’ecatombe che non dimenticano. Anche per questo sono qui.