Terremoto, edilizia incosciente e irresponsabile: ecco quali case FOTO

di Danilo Meconio
Pubblicato il 29 Agosto 2016 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

AMATRICE – La casa all’ingresso del paese che non aveva le staffe per restare in piedi, se le era dimenticate il costruttore. La palazzina con troppo cemento armato per reggerne il peso, ristrutturazione artigianale e libera da pensieri quali far reggere all’edificio una scossa di terremoto. La chiesa caduta perché hanno sbagliato i calcoli di staticità, le finestre aperte senza calcolare….Eccole le case e gli edifici costruiti e ristrutturati in maniera incosciente.   Materiali scadenti, strutture di sostegno mancanti. E ancora o peggio: errori di calcolo e manutenzioni non effettuate. Sono tante le cause che hanno causato il crollo di decine di abitazioni ad Amatrice per il terremoto del 24 agosto. Tante e allo stesso tempo una sola: aver costruito male. Senza seguire le norme, utilizzando materiali scadenti, “dimenticandosi” rinforzi fondamentali e non facendo manutenzione. Il quotidiano La Stampa, fotografie alla mano, ha fatto un viaggio tra le case costruite male che pur rimaste parzialmente in piedi mostrano in modo chiarissimo i segni del terremoto.

Appena entri ad Amatrice, ai confini della zona rossa, c’è una casa che è rimasta in piedi. E’ una beffarda illusione. In quella casa, infatti, non si potrà rientrare più. Quasi certamente dovrà essere abbattuta. Perché chi l’ha costruita non ci ha messo le staffe. Rinforzi che sono necessari per la tenuta della casa in caso di sisma violento. Risultato: la casa si è deformata così tanto da non poter essere più abitata.

Fai qualche passo verso il centro e trovi una palazzina. La vedi da lontano e pensi che abbia tenuto. E’ un’altra beffa. C’è un piano, in mezzo, completamente sgretolato mentre gli altri piani sono complessivamente in condizioni decenti. La colpa qui è di un errore di progettazione. La casa è in cemento armato e i costruttori non hanno distribuito in modo uniforme il carico di rigidezza. E così il primo piano di affloscia come se avesse i piedi di argilla.

Da Amatrice ci si sposta nella frazione di Retrosi e si trova lo stesso paesaggio. Macerie e case che sono rimaste in piedi ma che sono di fatto da abbattere. Nelle foto che vedete le murature sono di qualità scadenti e non hanno subito manutenzione. Con la scossa si sono deformate spingendo in avanti. L’assenza di catene di contenimento e cordoli di cemento armato ha fatto il resto: deformazione prima e collasso poi.

Infine la Chiesa di Sant’Agostino. Anche la Chiesa, apparentemente, ha tenuto. E’ rimasta in piedi, certo: ma ha subito danni pesantissimi, come il crollo parziale del tetto e del campanile.  Uno sguardo attento smaschera subito i difetti. Non si tratta di speculazione e di risparmio a scapito della sicurezza ma di errori di calcolo. Le catene antisismiche infatti nella costruzione ci sono e hanno impedito il crollo totale ma chi ha progettato non ha tenuto conto del fatto che le finestre avrebbero causato un piano debole. Da qui il crollo parziale e il tetto praticamente spezzato in due.

Qualcosa è rimasto in piedi. E’ la caserma dei carabinieri. A vederla in foto sembra che qui il terremoto non ci sia stato. Decisive le catene antisismiche inserite non molto tempo prima del sisma (sono i riquadri scuri sul tetto dell’edificio). Anche la forma squadrata e regolare ha aiutato la tenuta della caserma che è stata comunque evacuata in attesa di ulteriori verifiche.