Terremoto Amatrice, Marco Gentile: masso crolla ad un centimetro dalla testa

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2016 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Amatrice, Marco Gentile: masso crolla ad un centimetro dalla testa

Terremoto Amatrice, Marco Gentile: masso crolla ad un centimetro dalla testa (Foto Ansa)

AMATRICE (RIETI) – Il masso crolla ad un centimetro dalla testa: si è salvato così Marco Gentile, originario di Amatrice (Rieti) e in vacanza lì insieme alla moglie Sharon, irlandese, e ai loro due figli.

Nella notte del terremoto che ha messo in ginocchio l’Italia centrale, quella tra martedì 23 agosto e mercoledì 24, Marco e Sharon stavano dormendo nella loro stanza quando, alle 3:36, la prima, terribile scossa di magnitudo 6, li ha fatti balzare dal letto. Un calcinaccio ha sfiorato la testa di Marco, racconta Giuseppe De Lorenzo sul quotidiano Il Giornale, schiantandosi ad un centimetro da lui.

“Nel cuore della notte abbiamo sentito un boato – racconta Sharon – mio marito è stato sfiorato dal masso. Non si vedeva nulla. Le pareti si muovevano anche di un metro. Poi abbiamo cercato di uscire dalla porta principale, ma era bloccata”.

Così Marco e Sharon si sono rifugiati in cortile e poi, insieme ad altre decine di abitanti di Amatrice, nella proLoco.

“Era tutto buio – aggiunge Sharon – alcuni hanno acceso un fuoco per scaldarci. Qualcuno ha portato delle coperte. Altri, spaventati, sono subito ripartiti per Roma”.

Il cugino di Marco, Domenico, era bloccato in casa e si è dovuto buttare dal balcone, ma per fortuna sta bene. Tutta la famiglia Gentile è salva, anche i bambini:

“Il più piccolo di 4 anni piangeva, dormiva insieme a me. L’ho preso in braccio per portarlo giù”. Il più grande, di sei anni, era nella sua cambretta. “Lo abbiamo trovato rannicchiato sotto le coperte – ricorda Sharon, commossa in volto – era spaventato a morte”. La seconda scossa, intorno alle 4, è stato come un incubo. “In una parola la definirei così: distruzione”, chiosa la donna. “È stato terribile”, le fa eco Claudia, la cognata. Entrambe portano nei movimenti la concitazione di ore drammatiche.