Terremoto, Ingv: “Ci saranno altre forti scosse. La faglia si sposta verso Sud Est”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2017 - 19:23| Aggiornato il 19 Gennaio 2017 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto, Ingv: "Ci saranno altre forti scosse. La faglia si sposta verso Sud Est"

Terremoto, Ingv: “Ci saranno altre forti scosse. La faglia si sposta verso Sud Est”

ROMA – I terremoti del 18 gennaio nel Centro Italia sono stati la manifestazione più recente della sequenza sismica attivata il 24 agosto 2016, una sequenza che secondo gli esperti non è ancora finita. Manca infatti solo un ultimo tratto in direzione Sud-Est in cui non ci sono ancora stati terremoti, probabilmente l’ultimo frammento del sistema di faglie di quella zona. Impossibile, naturalmente, dire quando anche questa zona potrà risvegliarsi.

A stupire i sismologi dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) sono anche le modalità in cui si sono susseguiti i quattro terremoti di magnitudo superiore a 5 avvenuti nell’arco di tre ore. Il primo terremoto, di magnitudo 5.1, è avvenuto alle 10:25 e il secondo, il più forte con una magnitudo di 5.5, alle 11:14. Entrambi sono stati localizzati nell’area di Monterale; il terzo, di magnitudo 5.3, è avvenuto alle 11:25 dieci chilometri a Sud, nella zona di Capitignano; la quarta scossa è arrivata alle 14:33 nella zona di Barete.

Non si è mai vista una serie di terremoti succedersi con queste modalità: “E’ un fenomeno nuovo nella storia recente per le modalità con le quali si  manifestato”. Lo ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. E’ accaduto, ha aggiunto, che siano avvenuti terremoti successivi in tempi ravvicinati, “a volte a distanza di pochi secondi, com’era accaduto nel 1980 in Irpinia; altre volte con un intervallo di dieci ore: il concetto non cambia. Si sono viste più attivazioni progressive, purtroppo – ha aggiunto – non è chiaro il meccanismo che determina la variazione dei tempi”. Tutti i terremoti registrati oggi sono avvenuti in un’area lunga fra 10 e 15 chilometri nella direzione appenninica e larga fra cinque e sei chilometri, in una zona a pericolosità sismica molto alta, compresa tra l’area interessata dalla sequenza sismica del 2009 e la parte meridionale della sequenza sismica iniziata il 24 agosto.

“Fino a ieri la sequenza si era spinta fino a Sud di Amatrice e, come tutte le sequenze estensionali tende ad allargarsi sia verso Nord Ovest sia verso Sud Est”, ha osservato Valensise riferendosi alla sequenza del 24 agosto 2016. Secondo il sismologo, l’estensione verso Sud Est “è più preoccupante perché fra Amatrice e L’Aquila era rimasto uno spazio libero”, ossia nel quale da tempo non avvenivano terremoti. Con le scosse di oggi, ha osservato “è stato riempito in parte”. Precisando che è naturalmente impossibile prevedere i terremoti, secondo Valensise, “sono da aspettarsi altri terremoti di magnitudo di questo tipo in direzione Sud-Est”. In questa direzione si trova infatti l’ultima parte del sistema di faglie che non si è ancora attivato. Poi la sequenza terminerà. “Dopo questo settore – ha detto ancora il sismologo – si entra nel sistema di faglie che si era attivato nel 2009, generando il terremoto de L’Aquila, e che presumibilmente non è attualmente carico di energia e che di conseguenza non è in grado di dare forti terremoti”.