Terremoto L’Aquila, Corte dei conti europea: ecco quanto hanno rubato sulla ricostruzione

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto L'Aquila, Corte dei conti europea: ecco quanto hanno rubato sulla ricostruzione

Terremoto L’Aquila, Corte dei conti europea: ecco quanto hanno rubato sulla ricostruzione (clicca per ingrandire)

L’AQUILA – Come sui fagiolini pagati 80 euro al chilo a Palazzo Grazioli, qualcuno ha fatto una maxi-cresta sulla ricostruzione post-terremoto a L’Aquila. E per qualcuno si intendono anche le mafie.

I numeri della maxi-cresta ai danni dei contribuenti italiani ed europei sono in un rapporto della Corte dei Conti di Bruxelles, citato da Attilio Bolzoni su Repubblica.

I 4.449 appartamenti del progetto C.a.s.e., la “new town” voluta dall’allora premier Silvio Berlusconi, sono costati 123 mila euro per alloggio, in media 1.510 euro al metro quadro, ovvero il 158% in più del valore di mercato. Il 42% dei 185 edifici realizzati sono stati finanziati con fondi europei. Il solo calcestruzzo è stato pagato 4 milioni di euro in più.

Un numero su tutti: si pensava che il terremoto dell’Irpinia fosse rimasto come il paradigma definitivo dello spreco per la ricostruzione, ma a fronte dei 7.889 euro pagati dallo Stato per ogni sfollato del sisma del 1980, dopo il terremoto del 2009 sono stati spesi 23.718 euro per ogni abruzzese rimasto senza casa.

Repubblica ha fatto una cronologia degli eventi:

Il terremoto scuote l’Abruzzo e in particolare L’Aquila il 6 aprile 2009 alle 3.32. Magnitudo 5,9: 308 vittime, 1600 feriti e 10 miliardi di danni.
Dei 67mila sfollati, 23mila restano in tenda otto mesi: saranno sistemati in alberghi, caserme e abitazioni. Il progetto Case ne ospita 6.700
Si parla subito della costruzione di una New town in periferia ma il Comune si oppone.
Il 15 settembre 2009 il premier Berlusconi inaugura a Onna le prime 93 villette destinate agli sfollati: sono moduli abitativi provvisori in legno.

Il report della Cont, la commissione di controllo del bilancio di Bruxelles, è stato elaborato dal danese Soren Sondergaard insieme all’italiano Roberto Galtieri, che dall’ottobre del 2010 hanno avviato una lunga istruttoria per capire dov’erano finiti i 350 milioni di stanziamenti comunitari per il progetto C.a.s.e..

Il dossier è stato già duramente criticato dalla Commissione Europea e dall’Ance, l’associazione italiana dei costruttori.

Il rapporto finirà giovedì 7 novembre sotto la lente del Parlamento Europeo. Riporta Bolzoni:

«La situazione del centro storico rimane sostanzialmente invariata. In quattro anni solo un paio di edifici (uno pubblico e uno privato) sono stati ricostruiti nella cosiddetta zona rossa…». Poi informa la sua commissione dei sopralluoghi negli edifici del progetto CASE (Complessi Antisimici Sostenibili ed Ecocompatibili) e in quello dei MAP (Moduli Abitativi Provvisori), dove ha verificato con il suo «ispettore» Galtieri cosa c’era cosa e cosa non c’era: «Nelle case e nelle scuole non ci sono pannelli a indicare che sono state costruite con i fondi Ue… ma al contrario ci sono pannelli che specificano “edifici realizzati con donazioni da enti privati e amministrazioni locali”. Ciò è in contraddizione con le norme europee… ». Poi ancora segnala alla commissione la qualità delle costruzioni dei MAP: «Il materiale è generalmente scarso… impianti elettrici difettosi… intonaco infiammabile… alcuni edifici sono stati evacuati per ordine della magistratura perché “pericolosi e insalubri”… Quello di Cansatessa è stato interamente evacuato (54 famiglie) e la persona responsabile per l’appalto pubblico è stato arrestato e altre 10 persone sono sotto inchiesta».

Un intera parte del rapporto si concentra sulla criminalità organizzata e sulle infiltrazioni nei lavori della ricostruzione.

Primo punto: «Un numero di sub appaltatori non disponeva del certificato antimafia obbligatorio».
Secondo punto: «Il Dipartimento della Protezione civile ha aumentato l’uso del sub appalto consentito dal 30 al 50 per cento».
Terzo punto: «Un latitante è stato scoperto nei cantieri della Edimo, che è una delle 15 imprese appaltatrici».
Quarto punto: «Una parte dei fondi per i progetti CASE e MAP sono stati pagati a società con legami diretti o indiretti con la criminalità organizzata… ma le competenti autorità italiane non hanno ancora reso pubblici questi dati… ».
Quinto punto: «La commissione bilancio Ue ha dichiarato di avere scoperto casi di frode, ha comunicato tali risultati al Dipartimento della Protezione Civile, che successivamente ha scambiato questi progetti connessi con la frode con progetti nei quali non è stata scoperta alcuna frode…».

Un caso scoperchiato dopo anni di sospetto silenzio:

“Nel report Søren Søndergaard elenca le denunce dell’associazione Libera e di Site.it (la testata online che ha sollevato fin dai primi giorni lo scandalo della ricostruzione) e poi bacchetta il governo europeo dopo l’ispezione di una delegazione in Abruzzo nel 2010: «Nella sua relazione non menziona nessuno dei problemi che sono stati portati alla sua attenzione da diversi deputati. Un caso di evidente negligenza». È un’accusa di omesso controllo.
E infine, il deputato danese ricorda come la commissione bilancio Ue abbia anche elaborato una propria valutazione dei conti, tenendola però segretissima. Solo i deputati della Cont l’hanno potuta conoscere — e solo il 15 luglio del 2013 — con divieto di prendere appunti e divieto anche di commentare citare il contenuto di quanto avete appena letto. Tutto top secret. Per quattro anni, i contribuenti europei non hanno avuto il diritto di sapere come era stato speso il loro denaro.

[…] E riferendosi alla corte di giustizia europea, ribadisce quale è stata la sua «raccomandazione » al governo di Bruxelles: «È la richiesta all’Italia di rimborsare i fondi europei in caso, nel futuro, derivasse profitto dai progetti finanziati dall’Ue».