Terremoto, forti scosse a Macerata e Perugia. Nuove case pronte tra 7 mesi

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2016 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

MACERATA – Un’altra forte scossa di terremoto ha fatto tremare il Centro Italia sabato mattina. Il sisma di magnitudo 4.5 è stato registrato alle 12.18 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nella zona di Macerata, tra Pontegallo e Castelmonaco sul Nera. Paura tra la popolazione anche nella notte, nella vicina provincia di Perugia, dove è stato registrato un evento sismico alle 3.34 di intensità 4.3. A Norcia le persone sono scese in strada nel cuore della notte, il sindaco ha denunciato piccoli crolli sulle mura antiche della città. Fortunatamente non ci sono feriti. Ma a Amatrice e dintorni, mentre la terra ancora trema, per vedere le nuove case bisognerà aspettare sei-sette mesi.

Le nuove forti scosse sono dovute all’attivazione di nuove faglie. Il sismologo Massimo Cocco, dell’Ingv, spiega: “Si sono attivate nuove faglie, secondo l’andamento teorico noto. Il quadro di interpretazione della situazione non cambia”.

Le repliche avvengono perché quando la faglia principale rilascia energia con il terremoto, induce le faglie adiacenti a caricarsi ulteriormente ed eventualmente a rompersi. “La faglia madre perturba il volume circostante, al punto che altre faglie più piccole che si trovano nelle vicinanze possono rompersi, dando le repliche”, ha spiegato Cocco.

Terremoti di magnitudo 4, come quelli avvenuti oggi nel maceratese e a Perugia, “sono stati generati da piccole faglie”. La zona attivata negli ultimi giorni e che ha portato alle due repliche più forti è a Nord rispetto a quella più attiva nei giorni successivi al terremoto del 24 agosto, compresa fra Norcia, Amatrice e Accumoli. I sismologi sanno che è una zona con “un sistema di faglie complesso”.

Non stupisce quindi che, alla luce delle caratteristiche di quest’area, si siano registrati terremoti più forti rispetto a quelli di intensità decrescente dei giorni scorsi. “Sappiamo – ha concluso Cocco – che le fluttuazioni a livello di giorni non sono significative e non hanno nessuna validazione statistica”.

La forte scossa di mezzogiorno è stata chiaramente avvertita anche ad Accumoli proprio mentre, sotto il tendone del campo sfollati, c’erano il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il commissario Vasco Errani e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. La scossa è stata di magnitudo 4.5. Curcio ha interrotto il suo intervento e alcune persone si sono lievemente spaventate.

Intanto si progettano i prossimi passi ad Amatrice. Dopo dieci giorni di lavoro da parte del Genio dell’Esercito e dei volontari della Protezione Civile del Friuli, riapre ad Amatrice il ponte Tre Occhi, importante via di collegamento per il Paese simbolo del terremoto.

Il nuovo ponte è stato inaugurato dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dal presidente della Regione Nicola Zingaretti e dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Il primo cittadino si è commosso all’apertura del ponte: “Questo ponte si chiamerà ‘Ponte della Rinascita”, ha detto tra le lacrime. “Dopo pochi giorni dal tragico terremoto – ha sottolineato Zingaretti – siamo già nella fase concreta della ricostruzione in quanto quello della mobilità è un pezzo non marginale della ricostruzione, che qui è già partita”. “Stiamo lavorando per portare la gente fuori dalle tende – ha aggiunto Curcio – e questo è un primo passo di un’azione corale”.

“La prima soluzione dell’emergenza terremoto sono state le tende – ha proseguito – ma quella prossima, che si è condivisa, è rimanere nei territori e tra le soluzioni che consentiranno di rimanere e tornare nella propria terra sono le casette. Ma servono sette mesi per realizzarle ed è necessario gestire i sette mesi che servono”.

Il commissario per l’emergenza terremoto, Vasco Errani, ha chiesto alla popolazione di Accumoli di  “metterci alla prova. Diciamo che sarete nelle casette tra sette mesi, e così vogliamo che accada. Vi daremo le casette nella vostra terra”.