Terremoto e valanghe, prima volta nel secolo. Mercalli: “Dovremo abituarci”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Gennaio 2017 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto e valanghe, prima volta nel secolo. Mercalli: "Dovremo abituarci"

Terremoto e valanghe, prima volta nel secolo. Mercalli: “Dovremo abituarci” (nella foto, “Valanga nei Grigioni” di Turner)

ROMA – Terremoto e valanghe, prima volta nel secolo. Mercalli: “Dovremo abituarci”. La tragedia dell’hotel Rigopiano – mentre scriviamo si sta facendo il possibile per recuperare 6 dispersi con i quali i vigili hanno stabilito un contatto –  è senza precedenti storici. Non si conoscono altri drammatici connubi tra eventi sismici e fenomeni nevosi di portata eccezionale il cui esito sia il rovinoso crollo dovuto alle valanghe. Nemmeno al terremoto della Marsica del 1915 – segnala Luca Mercalli su La Stampa – si può fare riferimento, perché le immagini di allora non documentano la presenza di neve.

Rispetto alla nevicata (due metri) che ha investito il versante adriatico degli Appennini, dal Montefeltro alla Majella, vanno ricordati precedenti vicini (verso Urbino, 340 cm) e più lontani (nel 1961 a Roccacaramanico sulla Majella). In Nepal, invece, un gran terremoto due anni fa provocò una valanga che uccise 20 alpinisti. Tuttavia, è importante capire che a questo genere di disastri non siamo abituati principalmente per motivi storici piuttosto che climatici/geologici. La lezione che ne trae Mercalli è che, purtroppo, dovremo abituarci.

Di fronte all’accanimento di fenomeni naturali severi su una stessa regione ci si sente in balìa di forze più grandi di noi. È un sentimento ricorrente, ma oggi ci sono due novità. Mai la superficie del pianeta è stata così costellata di edifici, infrastrutture e presenze umane: siamo quasi sette miliardi e mezzo, necessitiamo di costanti trasporti e rifornimento merci, connessioni energetiche e idriche, telecomunicazioni.

Siamo in una parola più vulnerabili. Là dove oggi c’è un albergo montano trasformato in macerie, un secolo fa erano solo boschi, là dove oggi ci sono strade asfaltate da sgombrare dalla neve un tempo c’erano tratturi che semplicemente rimanevano bloccati fino a primavera. Oggi vogliamo che tutto funzioni sempre a pieno regime e rimaniamo attoniti quando un evento naturale pone uno stop forzato. La seconda novità è che i fenomeni meteorologici estremi potrebbero intensificarsi a causa del riscaldamento globale (localmente anche gli estremi di freddo o neve). (Luca Mercalli, La Stampa)