Terrorismo, allarme a Venezia e Tarvisio: “Possibili attacchi coi droni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Gennaio 2017 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA
Terrorismo, allarme a Venezia e Tarvisio: "Possibili attacchi coi droni"

Terrorismo, allarme a Venezia e Tarvisio: “Possibili attacchi coi droni” (Foto archivio Ansa)

VENEZIA – Allerta terrorismo altissima a Venezia e Tarvisio per il giorno della Befana. Il rischio è di un attacco terroristico con droni di matrice islamica e l’allerta, lanciata il 2 gennaio, finirà proprio oggi 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania. Una circolare è arrivata alla polizia di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino e poi anche a Venezia e Tarvisio e informa del rischio di un attentato, tanto che subito sono scattate le verifiche e il rafforzamento delle misure di sicurezza.

Cristina Mangani sul Gazzettino scrive che la minaccia annunciata all’intelligence italiana da un paese amico sembra essere circoscrita alle due città:

“Una minaccia più circostanziata che ci è stata segnalata dall’intelligence di un paese amico. E che ha portato all’immediato rafforzamento delle verifiche di frontiera e di prevenzione all’immigrazione clandestina, così come richiesto dal documento riservato. In particolare, attenzione massima «per le cosiddette tratte a rischio in provenienza da Algeri, Damasco, Istanbul e Tunisi»”.

Intanto il 5 gennaio era circolata la notizia dell’apertura di una indagine con l’ipotesi di reato di rivelazione di segreto d’ufficio in merito alla diffusione della nota della Polizia di frontiera di Tarvisio, in provincia di Udine, su WhatsApp. Una nota con cui era stata diramata alle forze del territorio la comunicazione diffusa il primo gennaio dal Viminale per un possibile attacco terroristico di matrice islamica con droni o auto rubate.

Una fotografia della nota ha cominciato a circolare nelle scorse ore in gruppi su WhatsApp, ed è stata ricevuta anche dal cellulare di un ufficiale della Polizia giudiziaria in servizio in Procura, che ha stilato una relazione di servizio e ha dato origine all’indagine. Il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, mantiene il massimo riserbo sull’indagine e non intende chiarire se sia già stato identificato chi ha diffuso l’immagine:

“Una volta inviata una foto, un video o un commento, scritto o sonoro – ha affermato oggi – questi escono dalla disponibilità di chi li ha creati e possono essere divulgati con migliaia di canali diversi. Non si può più tornare indietro, e soprattutto l’autore è e rimane identificabile”.