Test Invalsi 2013, matematica “tradisce” 50% degli studenti. Al nord più bravi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2013 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il test Invalsi  hanno decretato che il 50% degli studenti “cade” sulla matematica, la materia ritenuta più difficile.  Gli studenti più bravi sono quelli di Trento e i punteggi più alti al test sono stati registrati al nord Italia, ma il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, invita a non essere pessimisti: “E’ una valutazione, non un giudizio divino”.

Le prove Invalsi hanno interessato 13mila scuole tra il 7 maggio e il 17 giugno. Val d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia si confermano come le regioni con gli studenti più preparati e valutazioni medie di 208 punti, risultato superiore alla media nazionale di 200 punti. La città dei “più bravi” è però Trento, seguita da Bolzano.

Test Invalsi 2013, matematica "tradisce" 50% degli studenti. Al nord più bravi

Test Invalsi 2013, matematica “tradisce” 50% degli studenti. Al nord più bravi (Foto Ansa)

Se il sud Italia non scala la classifica dei più bravi, segna comunque miglioramenti. In Puglia, Basilicata, Marche e Abruzzo migliorano i risultati, un trend in salita dei punteggi che si registra ormai da due anni.

Il rapporto dei test Invalsi conferma poi le differenze tra maschi e femmine, scrive Valentina Santarpia sul Corriere della Sera, che riporta le dichiarazioni di Roberto Ricci, direttore Invalsi:

“«I maschietti non escono mai benissimo dalle comprensioni di lettura, ma migliorano con l’innalzarsi dei livelli scolastici», spiega il direttore Invalsi Roberto Ricci. In matematica invece accade il contrario: i maschi sono più bravi con i numeri e diventano sempre più in gamba man mano che proseguono nella loro carriera in aula, a differenza delle femmine”.

Giorgio Bolondi, professore dell’università di Bologna, si chiede il perché di quella matematica mal digerita dal 50% degli studenti e la Santarpia spiega che da istituto a istituto le differenze e le barriere alla comprensione sono molte:

“Per capirci: un ragazzo che frequenta un istituto tecnico consegue in media 16 punti in più rispetto al suo coetaneo che frequenta un professionale e 15 in meno rispetto ad un liceo. Insomma, l’indirizzo di studio sembra incidere sulle performance dei ragazzi più delle motivazioni personali. E a volte persino più del contesto”.

Il test Invalsi poi ha scatenato le reazioni di chi lavora in zone e contesti difficili, spiega la Santarpia, come nel caso di Flomena Zamboli, preside di un circolo didattico e reggente di un istituto comprensivo a Trecase, periferia di Napoli:

“«Vengano a vedere come lavoriamo nelle zone disagiate della Campania e poi ne parliamo. Ci sono i bambini che in seconda elementare non conoscono il significato di parole semplici. Quelli che dobbiamo andare a prendere a casa tutti i giorni perché vengano a scuola. I ragazzini segnalati dai servizi sociali. Altro che scuole scevre dal contesto»”.

A chi contesta il test Invalsi, il ministro Carrozza invita alla calma:

“«Il momento della valutazione nella nostra vita prima o poi arriva: valutare e valutarci ci dà l’opportunità di conoscere quello che siamo. Non è un giudizio divino»”.