Tito Claudio Traversa, bimbo prodigio climbing morto per moschettone e corda

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Agosto 2013 - 01:01 OLTRE 6 MESI FA
Tito Claudio Traversa, bimbo prodigio climbing morto: Torino apre indagine

Tito Claudio Traversa, bimbo prodigio climbing morto: Torino apre indagine

TORINO – Tito Claudio Traversa, il bimbo prodigio del climbing, è morto lo scorso 2 luglio in un incidente a Orpierre, in Francia e si fa strada l’ipotesi che sia stata colpa di un moschettone e della corda montati male. A questa conclusione è giunta la Procura della Repubblica di Torino, che  ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per la morte del piccolo campione, che era residente ad Ivrea e aveva solo 12 anni.

Il padre, Giovanni Traversa, aveva presentato denuncia dopo l’accaduto e dopo aver valutato attentamente la dinamica di quell’incidente, e le diverse circostanze che possono averlo determinato, il procuratore di Torino Raffaele Guariniello ha deciso il 21 agosto che potrebbero esserci state carenze commesse in Italia. Per questo ha aperto un fascicolo contro ignoti. Vuole vederci chiaro in quella morte.

Secondo la ricostruzione finora acquisita dalla procura, il ragazzo precipitò da un’altezza di 20 metri a causa di un difetto nell’assemblaggio degli agganci di sicurezza. L’incidente avvenne il 2 luglio, a Orpierre, in Francia. In quella regione dell’Alta Provenza l’arrampicata, il cosiddetto free-climbing, è di casa, uno sport che attrae molti appassionati.

Il giovane Tito era uno di questi. Era partito da Torino tre giorni prima con il gruppo torinese B-side, del quale faceva parte da tempo. Con i suoi istruttori era andato a Orpierre per partecipare a una gara di arrampicata. Lui era un fenomeno: a soli 12 anni aveva già conquistato il titolo sia italiano sia mondiale di arrampicata libera. Quel giorno a Orpierre, però, non utilizzò la sua normale attrezzatura, ma quella prestatagli da una amica. Ed è lì, in quella attrezzatura, che secondo Guariniello vanno cercate le cause e le responsabilità della tragedia.

Il magistrato sta valutando le posizioni del produttore dei moschettoni, del venditore e degli istruttori della giovane promessa del free-climbing italiano. Tito cadde in seguito al cedimento di alcuni gommini a cui, per errore, era stata ancorata una fettuccia di sicurezza, che invece avrebbe dovuto essere inserita all’interno dei moschettoni. Invece risulta sia stata agganciata ai soli gommini, che poi non hanno retto il peso del ragazzo durante la fase di discesa.

Ancorato a una fune, Tito ha cominciato la discesa ma, appena lui si è “appeso” alla fune, i gommini non hanno retto e lui è precipitato picchiando la testa. E’ morto dopo tre giorni di coma, senza più riprendere conoscenza. Sull’episodio indaga anche la procura francese di Gap, competente per circoscrizione.