Tommaso Candiotto muore a 10 anni in incidente: non portava la cintura di sicurezza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Dicembre 2016 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
Tommaso Candiotto muore a 10 anni in incidente: non portava la cintura di sicurezza

Tommaso Candiotto muore a 10 anni in incidente: non portava la cintura di sicurezza

VENEZIA – Morire a 10 anni in un incidente stradale viaggiando su un’auto senza indossare la cintura di sicurezza. Tommaso Candiotto, 10 anni appena, ha sfondato il finestrino con la testa mentre l’auto guidata dal papà Fabio si ribaltava ed è stato sbalzato fuori dalla vettura. Per il piccolo, all’arrivo dei soccorsi, non c’era più nulla da fare, oltre che dichiararne il decesso. Il padre invece è stato sedato e caricato in ambulanza, perché non c’era altro modo di separarlo dal corpo ormai privo di vita del piccolo.

Enrico Ferro sul quotidiano Il Mattino di Padova scrive che l’incidente mortale è avvenuto sull’autostrada A13 a sud di Padova il 18 dicembre. Ora il padre del bambino, Fabio Candiotto, 37 anni, è accusato di omicidio stradale per aver causato l’incidente con il sorpasso e per non aver imposto le cinture di sicurezza al figlio, che è morto nello schianto:

“Ecco, Fabio Candiotto guidava una Lancia Y e alle 16 di ieri stava risalendo l’autostrada A13 in direzione di Padova. Accanto aveva un’amica e dietro il figlio di dieci anni. Forse si è confuso durante una manovra di sorpasso. Ha tamponato una Volkswagen Polo con alla guida un ignaro quarantenne di Solesino (Padova). Ma quel semplice contatto ha fatto perdere stabilità all’utilitaria che si è ribaltata una o due volte. Nell’imbarcata il piccolo Tommaso ha sfondato il finestrino con la testa ed è stato sbalzato fuori. È l’inizio della fine”.

Ora Candiotto è ricoverato in ospedale. Le sue ferite non sono gravi, ma a livello psicologico l’uomo è fortemente provato:

“Ferite solo lievi anche per l’amica trentenne di Pramaggiore (Venezia), interrogata e messa al corrente dell’epilogo solo a tarda sera. Hanno dovuto attendere perché prima c’era una mamma da avvisare. Il diritto di sapere spettava a lei, prima di chiunque altro. Seguiranno altre perizie tecniche sulla carcassa di lamiere, per confermare la convinzione degli agenti. E cioè che il bambino non fosse assicurato al sedile posteriore con le cinture”.