“Trans usati come cavie”, avvocato accusa Umberto Primo di Roma e vince

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2017 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
"Trans usati come cavie", avvocato accusa Umberto Primo di Roma e vince

“Trans usati come cavie”, avvocato accusa Umberto Primo di Roma e vince

ROMA – “Trans usati come cavie e resi invalidi”. Questa la denuncia mossa dall’avvocato transgender di Conegliano Veneto Alessandra Gracis, all’ospedale Umberto Primo di Roma. L’avvocato infatti non ha usato mezze misure per opporsi alla richiesta di archiviazione del Pm nel procedimento in cui difende quattro transessuali sottoposti a una tecnica sperimentale. Un’arringa che, in questi giorni, ha ottenuto il rinvio a giudizio del primario di chirurgia plastica, della direttrice del laboratorio di biologia e di un chirurgo del famoso ospedale romano collegato all’Università Sapienza.

“Questi medici non solo sono venuti meno al giuramento di Ippocrate, ma anche alla convezione di Helsinki, alle norme sulla sperimentazione dei nuovi farmaci, e hanno agito senza l’autorizzazione del Comitato etico, causando delle lesioni gravissime: i mie assistiti – aggiunge – hanno un’invalidità del 40 per cento”.

Le quattro donne transgender erano state operate con una tecnica innovativa, non presente nei protocolli ufficiali di intervento di riassegnazione del sesso. La tecnica prevede tre fasi: nella prima si preleva il tessuto gengivale dalla bocca della paziente, successivamente il materiale biologico viene coltivato in laboratorio, per essere infine innestato per formare il canale della nuova vagina. Una tecnica che per le “cavie” ha avuto conseguenze devastanti.