Via Gradoli chiusa da un cancello: serve a protegge i residenti dai clienti dei trans del caso Marrazzo

Pubblicato il 19 Luglio 2010 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA

Il trans Natalie

Un cancello automatico con dei telecomandi che non si possono clonare distribuiti a circa mille famiglie distribuite in 40 palazzine, previa presentazione del rogito o del contratto di locazione. Tutto è pronto nel “palazzo trans” di Roma nord dove è stato installato il cancello per tenere alla larga i clienti di Natalie e compagne.

Così via Gradoli, zona del recente caso Marrazzo, si chiude a ogni contatto esterno. La strada, che originariamente si chiamava come un numero civico, “via Cassia 857”, torna ad essere privata. Una chiusura considerata inevitabile dai tanti professionisti che ai tempi del boom si trasferirono qui, in cerca di quiete, e poi hanno dovuto abituarsi alla presenza dell’antiterrorismo e alle retate dei carabinieri, all’indomani del video-ricatto in casa del trans Natalie.

“Dopo dieci anni di esposti a sindaci, Procura, Asl e forze dell’ordine – racconta al corriere della Sera Antonella Mariotti, amministratrice del consorzio – non ci è rimasto che procedere di nostra iniziativa. Contro il degrado e le frequentazioni balorde, certo. Ma combattiamo anche chi vuole screditare la zona, magari a fini speculativi: via Gradoli è una bellissima strada residenziale, con vista sul parco di Veio, e va difesa. Prossimo passo, l’apertura di una guardiania”.

Il cancello, si spera, funzionerà da deterrente: resterà chiuso tutte le notti, dalle 22 alle 6, mentre di giorno il filtro sarà affidato alla sbarra. È attesa anche l’attivazione di quattro telecamere, già installate dal Comune.