Tributi Italia, l’alternativa a Equitalia che incassava l’Ici e se la teneva

Pubblicato il 3 Ottobre 2012 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Avevano il compito di riscuotere l’Ici per conto dei Comuni, e quindi di girargliela. Solo che, almeno secondo l’accusa, i soldi dell’imposta sulla casa ai Comuni non arrivavano, ma restavano nelle casse della società di riscossione. Per questo, nella mattinata di mercoledì 3 ottobre la Guardia di Finanza ha arrestato Giuseppe Saggese,  amministratore di fatto della ‘Tributi Italia spa, società privata in alternativa a Equitalia, concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni.

E pensare che secondo alcuni doveva essere l’alternativa comunale “buona” ad Equitalia. E invece le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese , 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva.

Secondo la Finanza nella maxi frode anche prelievi giornalieri di 10 mila euro in contanti dai conti della società, utilizzando autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Molti dei circa 1000 dipendenti di Tributi Italia spa sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni Comuni sono arrivati sull’orlo del dissesto finanziario.

La società di consulenza, registrata come Tributi Italia, operava, come detto, su oltre 400 comuni in tutta la penisola. Si occupava su incarico del comune della riscossione delle tasse locali. Ma, una volta incassate le somme (al netto di quanto le spettava per l’incarico ricevuto), anzichè riversarle nelle casse dei comuni le tratteneva sui propri conti. Attraverso rapporti con altre società, tutte riconducibili a Saggese, quei fondi poi “sparivano” a beneficio di quest’ultimo.

Secondo l’accusa la società, in amministrazione straordinaria con un commissario, avrebbe operato fino al 2010 riscuotendo imposte, mai versate ai comuni, per oltre cento milioni. Saggese, in particolare, avrebbe personalmente sottratto alla società circa 20 milioni. Soldi che i contribuenti, e così anche i Comuni, difficilmente rivedranno.