Trieste, agenti uccisi in Questura: l’assassino ha sparato 23 colpi usando due pistole

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2019 - 19:17 OLTRE 6 MESI FA
Trieste sparatoria poliziotti uccisi fondine sequestrate

La Questura di Trieste dopo la sparatoria e i due agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego (Foto ANSA)

TRIESTE – Il sospettato stralla la pistola dalla fondina del poliziotto, spara e lo ferisce. Poi prende l’altra e spara anche contro il collega intervenuto in aiuto. In totale 23 i colpi sparati. Si può ricostruire così la sparatoria avvenuta nella Questura di Trieste nel pomeriggio del 4 ottobre , quando Alejandro Augusto Stephan Meran ha aperto il fuoco contro Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Il fratello di Meran, Carlysle, non è stato suo complice: dopo aver sentito i colpi esplosi, si è nascosto e barricato in un ufficio in stato di shock. 

Ora l’assassino dei due agenti dovrà rispondere di omicidio, ma anche dal sindacato Sap sono molte le domande sulla sicurezza dei poliziotti in servizio. Gli investigatori al fianco degli inquirenti eseguono i rilievi della scena del crimine, situata proprio nella Questura, per ricostruire quanto accaduto in quei tragici momenti e per capire come Meran, arrestato per furto di uno scooter, sia riuscito a disarmare gli agenti. Per questo motivo anche le fondine dei due poliziotti sono state sequestrate.

Sparatoria in Questura: la ricostruzione

La vicenda inizia venerdì, quando Rotta e Demenego intervengono per arrestare Alejandro Augusto Stephan Meran, 29enne di nazionalità dominicana con problemi psichici, per il furto di uno scooter. A chiamare la polizia era stato il fratello Carlysle, avvertito da Alejandro di essersi pentito per quel che aveva fatto. I fratelli Meran e gli agenti quindi salgono a bordo di una volante e arrivano alla Questura di Trieste, un’operazione di routine che sembrava priva di difficoltà.

Una volta in Questura, però, scatta la follia di Meran. Il dominicano afferra la pistola di Pierluigi Rotta e lo colpisce due volte, al petto e all’addome. Matteo Demenego sente gli spari e interviene, tre colpi lo raggiungono alla clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena. Il killer, secondo la ricostruzione, aveva due pistole in mano: una di Rotta e l’altra probabilmente di Demenego presa una volta che era a terra.

A spiegare cosa è accaduto è anche il Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, che punta il dito contro le fondine: “Nella vicenda dei due agenti uccisi ci sono stati problemi con le fondine. Al primo è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura. Al secondo agente, l’arma sarebbe stata strappata quando ormai era già in terra inerte a causa delle ferite per i colpi esplosi con la prima pistola sottratta”.

Intanto Carlysle, spaventato dalla sparatoria, si barrica all’interno dell’ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Trieste: impaurito e sotto shock, ha sbarrato la porta dell’ufficio spostando una scrivania. Poi, non udendo più gli spari, è scappato nei sotterranei dell’edificio, dove è stato individuato e bloccato da alcuni agenti.

Alejandro Augusto invece tenta la fuga disperata: esce dalla Questura, ferisce un piantone, tenta di entrare in un’auto della stessa polizia. Fuori però ci sono gli agenti della Mobile, che sparano, lo feriscono e lo immobilizzano.

Sparatoria in Questura, Alejandro Meran accusato di omicidio

Interrogato dagli inquirenti, Meran non risponde alle loro domande nell’ospedale di Cattinara, dove è ricoverato dopo essere stato ferito in fase di cattura. I magistrati lo hanno dichiarato in stato di fermo e l’accusa è di omicidio plurimo e tentato omicidio nei confronti del piantone della Questura. Secondo quanto si è appreso, gli inquirenti ritengono che sussista il pericolo di fuga e di reiterazione di reato e per questo hanno chiesto la custodia cautelare in carcere, misura che il Gip dovrà convalidare o no una volta interrogato il giovane.

Diversa la posizione del fratello Carlysle, che aveva denunciato il furto di Alejandro e aveva tentato anche di farlo consegnare agli agenti. L’uomo non è considerato correo del fratello. Entrambi i fratelli, è stato ribadito, sono regolarmente in Italia con due permessi di soggiorno rilasciati per motivi familiari, uno a tempo determinato, l’altro a tempo indeterminato. Trova conferma la notizia che Alejandro soffre di disturbi psichici, e non era seguito dai servizi specifici della città.

Madre del killer: “Chiedo perdono alle famiglie dei poliziotti”

Betania, madre dei fratelli Menar, chiede perdono ai familiari di Rotta e Demenego: “Mi dispiace tanto, non so come chiedere perdono a queste famiglie. Prego Dio che dia loro pace e che un giorno possano perdonare. Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio, cosa si può dire ad un padre che perde un figlio o a un figlio che perde il padre? Non c’e’nulla che si possa dire per confortare un dolore così”.

Sparatoria Trieste: armi sequestrate, agente ferito operato

Giuseppe Petronzi, questore di Trieste, la mattina del 5 ottobre ha dichiarato: “Il ferito è in buone condizioni, l’aggressore si è avvalso della facoltà di non rispondere e si trova in ospedale in stato di fermo, è piantonato. Non solo sono state sequestrate le fondine ma anche le armi di tutti i poliziotti. Oggi la Squadra Mobile sta facendo tutte le indagini del caso sotto coordinamento autorità giudiziaria. Stiamo seguendo i poliziotti sotto il profilo psicologico, come potete immaginare è una giornata provante per le persone coinvolte”.

Il poliziotto ferito durante la sparatoria, è stato operato in serata alla mano sinistra . E’ attualmente ricoverato nel reparto di ortopedia e le sue condizioni sono buone. Menar invece si trova in reparto ed è sotto terapia farmacologica. L’uomo, come spiegato anche dalla madre, ha problemi psichici e il giorno prima della sparatoria “sentiva le voci” e mostrava comportamenti paranoici.

Sap chiede fondine anti-strappo e più cautele per gli agenti

Come ha fatto un sospettato a strappare la pistola dalla fondina di Rotta e ha usarla contro di lui? Questa la domanda a cui ora gli inquirenti dovranno rispondere indagando sulla tragedia avvenuta nella Questura di Trieste e nella quale sue agenti sono morti. Da una prima analisi, svela l’ANSA, le fondine appaiono integre e non si vedono danni che avrebbero potuto comprometterne la funzionalità.

Intanto però il sindacato autonomo della polizia (Sap), dopo la tragedia torna a chiedere più tutele e più sicurezza per gli agenti in servizio. Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, ha dichiarato: “E’ da tempo che chiediamo a gran voce dotazioni idonee come il taser”.

Cesario Bortone, segretario del Consap, invece pone l’accento sulle difese: “I fatti di Trieste dovrebbero accelerare quello che Consap chiede da tempo, ossia la fornitura a tutto il personale dei gap sottocamicia, giubbotti che si indossano più agevolmente di quelli tattici dal costo di poche centinaia di euro, e che proprio in circostanze come queste potrebbero salvarci la vita”.

I sindacati si scagliano dunque contro gli oggetti in dotazione agli agenti, ritenuti economici e di poca efficacia, e si chiedono se le fondine per pistole antistrappo, sistemi di blocco brevettati in cui basta un tocco di pollice per impedire a terzi di impossessarsi dell’arma di servizio e che in questo caso avrebbero potuto salvare, con un tocco, la vita di due poliziotti.

Sparatoria Trieste, fiori e omaggi davanti alla Questura

Alcuni mazzi di fiori e candele sono stati deposti davanti all’ingresso della Questura di Trieste, dove ieri sono morti due agenti a causa di una sparatoria avvenuta all’interno dell’edificio.

L’area antistante, dove nella notte sono proseguiti i rilievi della polizia scientifica, è stata riaperta al traffico. Davanti all’ingresso principale stanno arrivando alla spicciolata alcuni cittadini che lasciano il loro omaggio e si trattengono in silenzio a ricordare i due agenti. Oltre ai fiori, sono stati lasciati anche dei bigliettini. “Ai nostri angeli…” firma una “triestina …scioccata”. E ancora “Matteo, Pierluigi… grazie. Trieste non dimentica”. Al cancello è stato appeso anche un tricolore.

Gasparri: “Dopo la solidarietà, atti concreti per gli agenti”

Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha commentato: “Esprimo sconcerto, dolore e piena solidarietà alle forze di polizia per l’atto criminale che è costato la vita a due poliziotti a Trieste. Un episodio tragico e inaccettabile. Alla vicinanza alle famiglie dei caduti e alla Polizia di Stato devono seguire atti concreti per tutelare chi difende la nostra libertà fino all’estremo sacrificio”. (Fonte ANSA)