Trifone Ragone-Teresa Costanza: Ruotolo cercò pistola su web

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2016 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA
Trifone Ragone-Teresa Costanza: Ruotolo cercò pistola su web

Trifone Ragone-Teresa Costanza: Ruotolo cercò pistola su web

PORDENONE – Giosuè Ruotolo fece ricerche sul web a proposito di una pistola, probabilmente finalizzate all’acquisto. E’ il computer del militare a parlare per lui: Ruotolo infatti continua ad avvalersi della facoltà di non rispondere, pur essendo formalmente indagato per l’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza avvenuto il 17 marzo 2015.

Non solo. Il sito Urban Post fornisce altri dettagli:

i pc sequestrati al militare campano 26enne hanno parlato al suo posto, visto che di fronte ai magistrati ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Anzitutto le chat moleste inviate a Teresa da falso profilo Facebook, il cui contenuto integrale (si tratta di numerosi messaggi inviati tra il 26 giugno e l’11 luglio 2014) è stato pubblicato dal settimanale Giallo. Un finto account denominato “Anonimo anonimo” che una fantomatica ‘Annalisa’ – dietro alla quale per la Procura si celava proprio Giosuè – utilizzava per fingersi amante di Trifone e farlo separare dalla sua compagna. Peccato che in quei messaggi, di cui Teresa informò da subito Trifone, veniva data descrizione dettagliata di particolari (l’utilizzo di un olio arancione, che Trifone teneva in un cassetto della sua stanza) relativi alle abitudini del militare ucciso, che solo i suoi commilitoni e coinquilini potevano conoscere, e di cui, nel caso specifico, solo Ruotolo era a conoscenza. E anche la scelta di usare il nome Annalisa non sarebbe un caso: esiste infatti una ragazza che si chiama Annalisa, amica di Trifone, e che proprio lui presentò solo a Giosuè. Questi elementi avrebbero portato Ragone a capire che le chat moleste era proprio Ruotolo ad inviarle, e a smascherare il suo sporco gioco sfociato in un affronto seguito a rissa e minacce, come testimoniato dai due teste, ex coinquilini e commilitoni di vittima e indagato, Sergio Romano e Daniele Renna.