Uber Black, i giudici bloccano il servizio. L’azienda: “Allibiti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2017 - 21:42 OLTRE 6 MESI FA
Uber Black, i giudici bloccano il servizio Ncc. L’azienda: “Allibiti”

Uber Black, i giudici bloccano il servizio Ncc. L’azienda: “Allibiti”

ROMA – Il Tribunale di Roma vieta “di porre in essere il servizio di trasporto pubblico non di linea con l’uso della app Uber Black” e applicazioni analoghe. Lo stop scatta tra 10 giorni: a quel punto il gruppo si vedrà applicare una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo nell’adempimento. Multa di 100 euro al giorno per i singoli autisti.

La decisione arriva dopo le proteste dei tassisti contro il mancato aggiornamento da parte del governo della normativa sul noleggio con conducente e dopo che già due anni fa a Milano i giudici avevano disposto il blocco della app UberPop, uno dei servizi messi a disposizione dalla multinazionale americana che permette di fatto a chiunque di fare il tassista senza licenza. Un blocco poi confermato nelle scorse settimane anche dal Tribunale di Torino.

Con la sentenza depositata oggi, 7 aprile, il Tribunale di Roma ha accertato “la condotta di concorrenza sleale” di Uber, vietando alla società “di porre in essere il servizio di trasporto pubblico non di linea con l’uso della app Uber Black” e di “analoghe” app, “disponendo il blocco di dette applicazioni con riferimento alle richieste provenienti dal territorio italiano, nonché di effettuare la promozione e pubblicizzazione di detti servizi sul territorio nazionale”.

“Siamo allibiti per quanto annunciato dall’ordinanza che va nella direzione opposta rispetto al decreto Milleproroghe e alla normativa europea”, ha commentato in una nota Uber Italia, promettendo di fare appello contro la decisione dei giudici, “basata su una legge vecchia di 25 anni e che non rispecchia più i tempi”.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, appoggia l’azienda: “Se ogni cosa nuova viene vietata, solo perché non prevista dalla legge vigente, finiamo per bloccare ogni innovazione, violando l’articolo 41 della Costituzione”.