Umberto Veronesi, figlio rivela: “Non ha voluto cure per qualche giorno in più”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2016 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Giunto alla fine dei suoi giorni, Umberto Veronesi, non ha voluto cure che allungassero di qualche unità quei giorni. A rivelarlo è il figlio dell’oncologo spentosi martedì 8 novembre nella sua casa milanese, all’età di 91 anni. Parlando con i giornalisti a margine della camera ardente allestita nella Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, Alberto Veronesi, ricorda così le ultime ore di vita del padre: “In fondo lui che ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine, nessun prolungamento, se n’è andato in modo naturale”.

“Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n’è andato in maniera naturale – ha aggiunto – Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il 28 novembre. Invece, adesso, ricordiamo l’ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita”.

Questa mattina, già prima dell’apertura della camera ardente, erano in tantissimi già in coda per portare l’ultimo saluto all’oncologo. In piazza della Scala anche alcuni pazienti dell’ex ministro che hanno ricordato in particolare la sua “umanità e sensibilità”, nel rapporto con i malati.

Sopra la bara di legno scuro un cuscino di rose rosse e ai piedi una foto dell’ex ministro e oncologo, in cui sorride. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha portato per primo il suo saluto alla famiglia. Il primo cittadino ha ricordato il supporto morale, oltre che medico, che Umberto Veronesi gli ha dato quando ha dovuto affrontare la sua battaglia contro il cancro alcuni anni fa.

“Quando ho avuto la diagnosi di tumore mi ha rassicurato perché alla fine una persona malata ha bisogno di essere rassicurata dalla medicina – ha ricordato a margine della camera ardente – Mi sentivo molto protetto, lui in questo era veramente molto bravo. Mi ricordo quando mi disse: ‘Questo è il mio numero di telefono quando hai bisogno chiamami’ – ha proseguito – io ero una persona qualunque, non che ora non lo sia”. “Alla fine è questo che fa la differenza”, ha concluso.