Uno Bianca: fratelli Savi e Marino Occhipinti presto scarcerati? C’è una sentenza…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2014 - 16:11| Aggiornato il 16 Gennaio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Uno Bianca: fratelli Savi e Marino Occhipinti presto scarcerati? C'è una sentenza...

Uno Bianca: fratelli Savi e Marino Occhipinti presto scarcerati? C’è una sentenza…

ROMA – Uno Bianca, fine pena presto: insieme a mafiosi, killer e terroristi potrebbero essere presto scarcerati i fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi e Marino Occhipinti (oggi in semilibertà), condannati all’ergastolo a conclusione del processo alla “banda della Uno bianca”, che dal 1987 al 1994 seminò morte e terrore nelle province di Bologna, Rimini e Pesaro, causando 23 morti e oltre 100 feriti.

Infatti la quarta sezione penale della Cassazione si pronunciò sui loro ricorsi il 21 giugno 2000 confermando gli ergastoli, ma prendendo atto a verbale della richiesta di processo con rito abbreviato avanzata dai loro difensori. La richiesta fu bocciata, ma la Cassazione si riservò di cambiare parere se la Corte Costituzionale avesse poi cancellato l’ergastolo con effetto retroattivo (ed è ciò che è poi avvenuto).

Venerdì scorso, 10 gennaio 2014, la Prima Sezione Penale della Cassazione ha emesso la prima sentenza in Italia (n. 83 del 2014, ricorso reg. generale n. 10934 del 2012) con cui ha annullato senza rinvio con effetto retroattivo la condanna all’ergastolo inflitta per reati di mafia ad Emanuele Zuppardo, nato a Gela il 1° ottobre 1957, difeso dall’avvocato Roberto Afeltra di Roma dello studio legale Carlo Martuccelli.

Emanuele Zuppardo, oggi 56enne, sicario della mafia originario di Gela (Caltanissetta), fu arrestato nel 1992 a Milano su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Firenze nell’ambito del processo “Count Down”, istruito contro quella che è stata definita la “federazione milanese delle mafie”. Nell’inchiesta sull’autoparco di via Salomone (centrale operativa della mafia nel Nord Italia) finirono alla sbarra 81 imputati. Zuppardo fu condannato al carcere a vita per una serie di omicidi compiuti su ordine dei boss. Fuggì nell’ottobre 2000, ma fu di nuovo arrestato 4 mesi dopo. Ora sarà presto scarcerato.

La sua condanna all’ergastolo è stata infatti tramutata d’ufficio in 30 anni di reclusione nel frattempo già scontati in tutto o in gran parte.

La Cassazione ha così dato per la prima volta esecuzione alla sentenza n. 210 emessa il 18 luglio 2013 dalla Corte Costituzionale in base alla quale le condanne all’ergastolo vanno sostituite con 30 anni di reclusione.

I giudici della Consulta avevano infatti accolto un’eccezione sollevata due anni fa dalle sezioni unite penali della Cassazione con ordinanza del 19 aprile 2012 n. 34472, depositata il 10 settembre 2012 (Presidente Lupo, Estensore Milo), imputato Ercolano, in cui si sollecitava l’adeguamento del nostro ordinamento ai principi sanciti dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo sul caso Scoppola.

In pratica, per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, tutti gli imputati che avevano chiesto il processo con rito abbreviato tra il 2 gennaio 2000 (entrata in vigore della legge Carotti che aveva modificato l’art. 442 c.p.p. disponendo la sostituzione dell’ergastolo con la pena temporanea di 30 anni di reclusione in caso di condanna con rito abbreviato) e il 24 novembre 2000 (entrata in vigore del decreto legge n. 341 del 2000) possono ora ottenere la commutazione della condanna all’ergastolo loro inflitta in 30 anni di carcere. E di conseguenza potranno uscire di prigione, avendo nel frattempo scontato in tutto o in gran parte la pena.

Anche i fratelli Savi, a quanto sembra, potrebbero rientrarci proprio perché il processo in Cassazione si svolse il 21 giugno 2000 durante la vigenza della legge Carotti.

Fonti accreditate confermano che Marino Occhipinti, coimputato con i fratelli Savi, si sta muovendo in questa direzione: cercare di ottenere la commutazione dell’ergastolo in 30 anni di carcere.