Uranio, risarcita dopo 16 anni famiglia di Andrea Antonaci

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2017 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Solo sedici anni dopo la Giustizia ha riconosciuto ai genitori di Andrea Antonaci, militare morto a 26 anni sconfitto da un tumore al rientro dalla missione di pace nei Balcani, il risarcimento: ad ucciderlo erano state le polveri di uranio impoverito, il materiale radioattivo contenuto all’interno del munizionamento della Nato.

“Cari genitori, è il 180° giorno che sono a Sarajevo” scrive Andrea a casa in una lettera datata 26 febbraio 1999. Rimane in zona operazioni dal 1° settembre 1998 al 28 febbraio del 1999. Il suo reparto si sistema nella caserma “Tito Barak “, un’ex caserma bosniaca tra le più bombardate, anche perché si trattava dell’Accademia Militare. Ed è proprio tra i militari che alloggiano alla “Tito Barak ” che si riscontra, poi, la più alta concentrazione di malati e di decessi a causa dei linfomi.

Andrea comincia ad accusare colpi di tosse, senza capirne la causa. Dopo gli esami la diagnosi non lascia dubbi:  “Linfoma”. Andrea si sottopone, così, alla chemioterapia e alla radioterapia. Nel frattempo muore Salvatore Vacca. E’ il 9 settembre del 1999, la prima delle vittime della “sindrome dei Balcani”.

Andrea denunciò le strane morti dei colleghi, scrive Metro, ma le sue parole furono smentite da Sergio Mattarella che all’epoca era il titolare del Ministero della Difesa. L’attuale presidente delle Repubblica dovette poi rettificare dopo le precisazioni della Nato: come ricostruisce l’osservatorio militare l’uranio impoverito era stato utilizzato nei Balcani e i nostri soldati lo hanno respirato.