Valentina Milluzzo, il primario Scollo: “Irrilevante che tutti i medici siano obiettori”

di Lara Volpi
Pubblicato il 20 Ottobre 2016 - 18:25 OLTRE 6 MESI FA
Valentina Milluzzo, il primario Scollo: "Irrilevante che tutti i medici siano obiettori"

Valentina Milluzzo, il primario Scollo: “Irrilevante che tutti i medici siano obiettori”

CATANIA – E’ “irrilevante” che tutti i medici del reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania siano obiettori: lo dice, all’agenzia Ansa, Paolo Scollo, primario del reparto in cui Valentina Milluzzo è morta a 32 anni dopo aver abortito i due gemelli che aspettava, alla fine di una lunga procedura di fecondazione medicalmente assistita.

La questione “obiettori di coscienza” nel caso di Valentina è salita alla ribalta delle cronache dopo che i genitori della giovane donna, deceduta il 15 ottobre dopo 17 giorni di ricovero, hanno sporto denuncia, sostenendo che, riferisce sempre l’Ansa, il medico che in quel momento assisteva la loro figlia si sarebbe rifiutato di estrarre il secondo feto, entrato in crisi respiratoria dopo la morte del primo, perché “fino a che è vivo io non intervengo”, avrebbe detto.

Se questa è una ricostruzione ancora tutta da verificare, i fatti parlano di dodici medici indagati dalla Procura di Catania per l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo. Un atto dovuto, chiariscono dalla Procura, per eseguire alcuni accertamenti irripetibili, come l’autopsia sul corpo di Valentina. Ma pur sempre un fatto.

Come è un fatto che dodici medici su dodici del reparto di Ginecologia e ostetricia di un ospedale pubblico quale il Cannizzaro siano tutti obiettori, in un Paese in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è stabilita e regolata dalla legge.

Ma nel caso di Valentina, dice il dottor Scollo, che è obiettore ma è anche il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia, “il medico ha indotto il secondo aborto con l’ossitocina, quindi non c’è proprio la base per parlare di obiezione di coscienza”. Continua Scollo: “Quando c’è bisogno di un intervento urgente per un caso come quella della paziente si interviene e basta. Non c’entra niente essere obiettori o meno, in quel caso siamo soltanto medici e dobbiamo intervenire per salvare vite”. Sempre che non si voglia salvare a tutti i costi anche la vita di un feto in difficoltà.