Vallanzasca, Ministero Interno gli fa causa ma il giudice dà ragione a lui

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2016 - 23:12 OLTRE 6 MESI FA
Vallanzasca, Ministero Interno gli fa causa ma il giudice dà ragione al boss

Vallanzasca, Ministero Interno gli fa causa ma il giudice dà ragione al boss

MILANO – Renato Vallanzasca, l’ex re della mala milanese, non pagherà, per il momento, quei 300 mila euro che il Ministero dell’Interno chiedeva a lui e alla moglie Antonella D’Agostino, per le spese legali in merito al processo per l’omicidio dell’agente della polizia stradale Bruno Lucchesi. Quei soldi erano parte dei compensi che Vallanzasca e signora avevano ottenuto per due libri e un film sulla vita dell’ex re della mala, Gli angeli del Male, diretto da Michele Placido, in base a una scrittura privata con la Cosmo production, ma il Tribunale civile di Roma ha dato torto al Ministero.

Anche perché, come spiega l’avvocato della moglie, Vallanzasca nemmeno quella scrittura poteva sottoscriverla in quanto interdetto per via delle sue condanne (aveva un tutore) e quel documento non si configurava come “cessione di credito” nei confronti della moglie. Pertanto, la donna aveva percepito la somma che le spettava nell’ambito della sua attività letteraria e cinematografica e il Ministero nulla poteva chiederle.

Gli accertamenti hanno stabilito, inoltre, che la coppia non aveva la “disponibilità economica” di quasi 300mila euro che spettavano a Vallanzasca perché la stessa D’Agostino ha spiegato che le somme erano state comunque interamente impegnate sia per le cure dell’anziana suocera che per le esigenze del consorte”, cioè Vallanzasca, ancora in carcere e durante il periodo in cui era stato ammesso al lavoro esterno (il Ministero non ha avanzato pretese sul denaro guadagnato in quel periodo).

Per il giudice, “dalla documentazione in atti, ed in particolare dagli esiti degli accertamenti patrimoniali compiuti dalla Guardia di Finanza, non emergono elementi univoci idonei a dimostrare che metà delle somme pagate alla D’Agostino fossero riscosse in nome e per conto del Vallanzasca, in quanto dai bonifici bancari e dalle copie degli assegni non emerge la causale dei pagamenti”. Il Ministero dell’Interno con la sentenza è stato anche condannato a versare 5800 euro di spese legali alla moglie del Bel Renè.