Valsusa: le squadre No Tav chiudono imprese e alberghi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA
Valsusa: le squadre No Tav chiudono imprese e alberghi

Valsusa: le squadre No Tav chiudono imprese e alberghi (la scritta contro Geomont, che ha deciso di chiudere)

ROMA – Fare l’imprenditore in Valsusa, peggio, farlo lavorando con lo Stato come committente, è diventata un’attività ad alto rischio: se finisci nella lista nera dei No Tav devi mettere in conto sabotaggi e intimidazioni tali da costringerti ad andartene. Anche perché nessuno è disposto ad assicurare macchinari o proprietà: il premio sarebbe più alto del valore da assicurare, la probabilità di violenze anti Tav essendo praticamente una certezza. Ha fatto scalpore l’annuncio di Giuseppe Benente , titolare della Geomont, che ha deciso di chiudere tutto e andarsene a lavorare con una compagnia indiana che apprezza la sua professionalità. A Benente è arrivata la solidarietà del governo nella persona del viceministro dell’Economia Stefano Fassina che non ha esitato a parlare di violenze e ricatti di tipo mafioso da parte delle frange più radicali No Tav. Ma l’esodo potrebbe non arrestarsi: un albergatore, reo di aver ospitato le forze della Polizia e un convegno di favorevoli al cantiere dell’alta velocità, medita di gettare la spugna:

Aver aperto la mia proprietà a persone non gradite ai No Tav mi è costata la bolla di traditore: sono finito nell’elenco delle aziende nemiche, quelle a cui i treno-crociati hanno dichiarato guerra». Fine della pace e dell’ottimismo. «Ho ricevuto lettere minatorie che annunciavano ordigni incendiari, minacce telefoniche, insulti su Internet. Hanno imbrattato i muri, sono entrati nella hall terrorizzando il personale, svegliato gli ospiti battendo i guardrail a notte fonda: un inferno. (La Stampa, Roberto Travan)

Per entrambi gli imprenditori, minacce e attentati hanno significato la fine della propria agibilità, come si usa dire, imprenditoriale. Dal governo, da Fassina ma anche dal senatore Pd Stefano Esposito e dal presidente della Provincia Saitta è arrivata la solidarietà e l’attenzione che meritano: una proposta sul tavolo, concreta, è stata fatta, provvedere all’assicurazione da parte dello Stato. “Si può lavorare per inserire un emendamento in sede di conversione del decreto sicurezza” promette Esposito. Intanto quella scritta “Tav=mafie” che Enzo Savant, l’albergatore, che a caratteri cubitali sfigura il fianco del Musiné, sembra precipitare nel suo contrario:

“La vede? L’hanno tracciata gli attivisti contrari all’opera, gli stessi che stanno facendo terra bruciata attorno agli imprenditori sgraditi al Movimento: non le sembra un controsenso? Non è forse questa l’anticamera della Mafia? […] Ho ricevuto lettere minatorie che annunciavano ordigni incendiari, minacce telefoniche, insulti su Internet. Hanno imbrattato i muri, sono entrati nella hall terrorizzando il personale, svegliato gli ospiti battendo i guardrail a notte fonda: un inferno”.