Venetita Niacsu, prostituta romena massacrata a Verona: caccia al killer

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2014 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Venetita Niacsu, prostituta romena massacrata a Verona: caccia al killer

Venetita Niacsu, prostituta romena massacrata a Verona: caccia al killer

VERONA – Una prostituta romena uccisa a Verona, è caccia all’assassino: Venetita Niacsu, 46 anni, è stata trovata massacrata poco prima di mezzanotte sabato dietro un distributore di benzina lungo la Sr 11. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Reparto operativo.

I carabinieri, scrive l’Ansa, non trascurano nessuna pista, ma l’ipotesi più verosimile è che il delitto sia stato consumato nell’ambiente della prostituzione, con un feroce regolamento di conti sul quale ora si dovrà fare luce. La vittima era arrivata dieci anni fa dalla Romania e abitava in un quartiere alle periferia sud di Verona assieme ad un connazionale.

Alessandra Vaccari sul Giornale di Vicenza racconta maggiori dettagli:

Chi ha ucciso la donna ha agito con una grande crudeltà, quasi a volerle far pagare chissà quale sgarro. Un delitto che non parrebbe dettato dall’impeto, ma da una grande rabbia sì. Forse più che un cliente arrabbiato, chi ha agito è qualcuno che doveva regolare conti.

Venetita, che altro non vuol dire che Venezia in romeno, aveva parcheggiato la sua vecchia Golf blu con targa bulgara nel parcheggio del distributore. E lì era ancora ieri mattina quell’auto. Una vecchia auto, che però a lei serviva per andare da casa, a Cadidavid, fino al luogo in cui si prostituiva, alle porte di Verona. Ha la pelle del cambio consumata, quell’auto, così come la maniglia del lato passeggero, come se mani sudate vi si fossero aggrappate molte volte, fino a togliere il primo strato di colore, lasciando trasparire la plastica bianca. E ha i vetri posteriori oscurati. Attaccati allo specchietto retrovisore sul lunotto anteriore due crocifissi. Dal lunotto posteriore ancora ieri mattina si intravvedeva la borsetta della donna appoggiata sopra il portaoggetti, accanto a un telecomando.

Venezia è stata trascinata dal suo assassino dietro la cabina elettrica e lì pestata a sangue. Era una donna minuta, un metro e sessanta di altezza, capelli ricci e rossi. Non ci sarà voluto molto a spingerla lì dietro. Poi l’assassino (o gli assassini) le hanno sbattuto la testa contro lo spigolo in cemento di un altra cabina più piccola che racchiude cavi elettrici.