Venezia, banda progettava furto a palazzo Grassi

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2016 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA
Venezia, banda progettava furto a palazzo Grassi

Venezia, banda progettava furto a palazzo GrassiLe bâtiment possède 40 salles, sa surface est de 5.000 m2
Il a été inauguré en avril 2006.
Une oeuvre de Urs Fisher intitulée “Bad Timing Lamb Chop ! (2004-2005) est placée devant le bâtiment sur le grand canal.
Cette oeuvre fait partie de l’exposition intitulée “Mapping the studio”

TREVISO – Una banda, già nota per aver svaligiato un furgone blindato, era pronta a fare un colpo a palazzo Grassi a Venezia. E’ stata fermata prima, come scrive il Gazzettino:

Un custode legato e i quadri spariti dalle pareti. Questo lo scenario che si sarebbe presentato davanti agli occhi delle forze dell’ordine giunte in campo San Samuele dopo che era scattato l’allarme. I componenti della banda che a luglio scorso hanno svaligiato un furgone blindato a Preganziol avevano ideato un maxi furto a Palazzo Grassi, sul Canal Grande, sede veneziana della Collezione Pinault. L’assalto – come ha confermato il procuratore di Treviso Michele Dalla Costa – era stato ideato per lo scorso autunno, proprio nei giorni in cui (ma si tratta solo di una coincidenza) andò a segno al museo civico di Verona il furto delle opere di Mantegna, Tintoretto e Rubens. Doveva essere una fotocopia del “colpo di teatro” messo a segno fuori dal supermercato Lando di Preganziol, quando era stato ripulito il furgone della Civis che trasportava quasi 800mila euro. Quell’operazione, riuscita grazie alla collaborazione di una guardia giurata che aveva finto di farsi assalire, aveva alimentato l’entusiasmo dei componenti della banda, convinti di essere al sicuro, tanto da essere pronti per il salto di qualità. Uno dei membri del gruppo – tuttora iscritto nel registro degli indagati insieme a un altro complice – aveva un impiego che a volte lo portava a lavorare nel palazzo veneziano. Poteva quindi essere lui la “finta” vittima che avrebbe reso più facile il compito del commando, composto da almeno altri quattro componenti che, anche dopo l’arresto della guardia giurata lo scorso 26 febbraio, sono rimasti senza un nome e un volto. Il blindato era quindi soltanto il primo degli obiettivi: forse più semplice e remunerativo, ma certamente meno affascinante agli occhi di una mente criminale. Il retroscena sul colpo progettato a Palazzo Grassi è emerso durante l’ascolto delle intercettazioni dopo la rapina al furgone di Preganziol del 15 luglio 2015.