Venezia dopo Genova, sopreso a far pipì contro un albero. Altra supermulta da 3mila euro

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2017 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Venezia dopo Genova, sopreso a far pipì contro un albero. Altra supermulta da 3mila euro

Venezia dopo Genova, sopreso a far pipì contro un albero. Altra supermulta da 3mila euro

VENEZIA – “Mi scappava“. Così si è giustificato un quarantenne italiano che a Venezia è stato beccato a fare la pipì contro un albero nei giardini di Piazzale Roma. L’uomo è stato notato nientemeno che dal comandante dei vigili urbani, Marco Agostini, che lo ha immediatamente redarguito. Ma, ahilui, la “giustificazione” non è bastata a fargli evitare la super multa di 3.300 euro. Ammesso che paghi entro i 60 giorni previsti dalla legge per ottenere lo sconto a un terzo dell’ammenda. Altrimenti il conto lievita fino a 10 mila euro.

Il comandante della polizia locale si è avvalso delle recenti normative che inaspriscono i verbali per atti contro il decoro. Così era capitato anche a uno studente genovese alcune settimane fa e a un giovane pescarese. Più sfortunato il primo, colto a tarda notte da una irrefrenabile incontinenza da troppa birra. Sfacciato il secondo, che non voleva pagare i due euro d’ingresso nei bagni pubblici della stazione. La gravità dell’incontinenza del signore veneziano sarebbe dovuta anche al fatto che a meno di 50 metri da dove è stato colto con le braghe calate, ci fossero i gabinetti pubblici.

Come riferiscono i quotidiani locali, nel ponte del Primo Maggio non sono mancati altri episodi ai danni della città. Dei ragazzi hanno tentato la scalata di uno dei pili (portabandiera) cinquecenteschi davanti alla Basilica di San Marco utilizzando per arrampicarsi le funi per l’alza e l’ammaina bandiera. Ma anche l’ennesima comparizione di una modella nuda – coperta da una sola maschera – per quello che era una sorta di set fotografico. La performance è avvenuta in pieno giorno con tanto di assalto fotografico da parte di turisti e curiosi. In entrambi i casi la documentazione fotografica apparsa su social e giornali è ancora al vaglio della polizia locale. Ma guai a fare la pipì in strada.