Venezia, parroco nega comunione a bimbo autistico: “Tanto non capisce”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2015 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA
Venezia, parroco nega comunione a bimbo autistico: "Tanto non capisce"

Venezia, parroco nega comunione a bimbo autistico: “Tanto non capisce”

MIRANO (VENEZIA) – Niente Comunione per i bambini autistici. Un parroco di Mirano (Venezia) si è rifiutato di dare l’ostia consacrata ad un ragazzino autistico: secondo lui non è in grado di capire il significato della prima Comunione, nonostante abbia preso parte al catechismo. La notizia arriva dal Gazzettino, a firma di Serenella Bettin. Alla fine la famiglia ha deciso di rivolgersi ad un altro sacerdote, che non ha avuto problemi a dare la Comunione al bambino.

Racconta Bettin:

“La vicenda avviene in un comune del Miranese e vede contrapposti un parroco e una famiglia del posto. «Dopo la prima confessione – racconta la mamma del ragazzino – il parroco mi ha fatto capire che il mio bambino non era pronto e che, siccome è ancora immaturo, sarebbe stato meglio non fargli fare la comunione». Niente sacramento dunque, a pochi giorni dalla data fissata per la cerimonia: il 15 marzo. La donna, che assisteva alle lezioni di catechismo a fianco del figlio, ha accolto la decisione del parroco con amarezza, convinta che si sia mancato di tatto nei confronti del bambino. E sostiene che anche durante le lezioni di catechismo non ci sia stata adeguata sensibilità nel rapporto con il ragazzino malato di autismo.

Interpellato dal “Gazzettino”, il parroco in questione minimizza: «Non ho nemmeno in mente chi sia la madre – assicura – e se devo parlare con la madre, parlerò con lei e non con i giornali».
Nello stesso paese, altri genitori di bambini del catechismo lamentano un atteggiamento troppo rigido del parroco in relazione all’orario della cerimonia, fissata alle 9.30. Hanno chiesto di spostare l’orario alle 11 per consentire ai parenti che abitano lontano di potersi recare alla cerimonia, ma il sacerdote non ha acconsentito: «Lui ha deciso che si fa così – protesta una mamma – e così deve essere. Non c’è possibilità di discutere, anche se avevamo semplicemente chiesto di spostare l’orario della messa».