Veronica Panarello, testimone: “Ho visto lei e suocero…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Febbraio 2016 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA
Veronica Panarello

Veronica Panarello

RAGUSA – “Credevo che il marito di Veronica non fosse Davide, ma il suocero, Andrea. Mi sono confusa perché vedevo Andrea e Veronica molto in confidenza. Erano spesso insieme nella casa di lei”. Queste parole, raccolte dal settimanale Giallo in edicola mercoledì 24 febbraio, sono state pronunciate da Vanessa Di Naro, una vicina di casa di Veronica Panarello, 27 anni, la mamma di Santa Croce Camerina (Ragusa) accusata di aver ucciso il figlioletto Loris.

Si tratta di un’intercettazione ambientale, avvenuta in Questura il 27 gennaio 2015. Una testimonianza molto importante, quella di Vanessa Di Naro, soprattutto alla luce della confessione di Veronica Panerello che ha accusato il suocero di aver ucciso il suo bimbo in quanto, questa è la sua tesi, il piccolino era venuto a conoscenza della relazione tra la mamma e il nonno. Il suocero di Veronica Panarello, Andrea Stival ha però negato ogni suo coinvolgimento nel delitto.

Secondo Andrea Stival l’ultima versione fornita da Veronica Panarello circa la morte del figlio Loris è solo una vendetta crudele contro la sua famiglia. “Quella mattina siamo usciti da casa alle 10,30, io e la mia compagna”, ha detto Andrea Stival. “Ci siamo diretti in piazza, abbiamo preso un caffè, poi siamo andati in farmacia e in una tabaccheria a comprare le sigarette. Successivamente ci siamo recati a Punta Secca. L’accusa contro di me è una cosa fuori dal mondo…Io uscivo pazzo per mio nipote, il piccolo angelo. Ora c’è bisogno di pace e di giustizia, mi sento rivoltato nell’anima, infangare l’amore di un nonno…”.

Veronica ha fornito la sua versione durante un colloquio con una psicologa del carcere, nel gennaio scorso. “Loris lo ha ucciso mio suocero, Andrea Stival. Ho ricordato tutto quando sono andata a trovarlo al cimitero, ma non l’ho detto prima perché avevo paura che uccidesse anche il bimbo più piccolo”. Il movente: “eravamo amanti”. Una ricostruzione che il suocero bolla come “l’ennesima follia della donna”.