Vesuvio, gatti vivi per appiccare incendi? Paolo Bernini (M5s): “Ho la foto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2017 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA
Vesuvio, gatti vivi per appiccare incendi? Paolo Bernini (M5s): "Ho la foto"

Vesuvio, gatti vivi per appiccare incendi? Paolo Bernini (M5s): “Ho la foto”

ROMA – Il mistero di gatti cosparsi di benzina e usati per appiccare e propagare gli incendi sul Vesuvio si infittisce. Il deputato del Movimento 5 stelle Paolo Bernini sul suo profilo Facebook pubblica la foto del presunto gatto morto bruciato, ma dalla Forestale non arriva alcuna conferma. Anzi, gli agenti hanno smentito la notizia, sottolineando di non aver trovato alcun animale morto, soprattutti quelli della foto che secondo Bernini sarebbe la prova della pratica barbara. E una nuova sonora smentita è stata rilasciata dal garante dei diritti degli animali del Comune di Napoli, Stella Cervasio.

Tutto inizia quando alcuni quotidiani sostengono che i piromani avrebbero usato animali vivi per poter innescare gli incendi sulle pendici del vulcano. I gatti, secondo la presunta pratica, vengono prima cosparsi di benzina e poi lasciati girare tra gli incendi, fino a quando non prendono fuoco passando magari troppo vicini ad un altro rogo. La notizia era stata rilanciata la mattina del 12 luglio da alcuni quotidiani tra cui Il Mattino e Il Messaggero, e anche Blitz quotidiano che l’aveva ripresa, salvo poi scoprire che si trattava solo di una bufala.

A scoprire che di fake news si tratta è il Corriere della sera, che decide di contattare la Forestale e i suoi agenti che operano sul luogo. Gli agenti infatti hanno spiegato che le carcasse degli animali non sono state trovate e hanno spiegato di non poter confermare quanto si suppone sia accaduto agli animali. Convinto invece che la pratica sia stata applicata è Paolo Bernini, deputato M5s, che ha pubblicato la foto della carcassa di un gatto, scattata personalmente in Via delle Montagnelle, a Torre del Greco, vicino Napoli e che scrive:

“Il quadro di queste ore che ho trascorso, nella giornata di ieri fino a tarda sera, sul territorio Vesuviano dimostra che non esiste un adeguato piano di emergenza e di azione per episodi come questo e che, ogni intervento di messa in sicurezza dei cani dei canili e randagi che, secondo la legge, sono invece di responsabilità del Sindaco, sono, di fatto, demandati ai volontari delle associazioni .

La situazione apocalittica che ho potuto verificare ieri con i miei occhi dimostra che siamo di fronte ad un chiaro disegno criminoso di distruzione di tutta l’aria Vesuviana e della sua preziosa biodiversità e che per essere messo a segno, parrebbe aver utilizzato anche gatti vivi cui viene dato fuoco come innesco dell’incendio.

Ho appreso questa notizia dagli organi di stampa e, per questo, ho provveduto immediatamente a chiedere informazioni al Comando dei Vigili del fuoco perché se tale notizia venisse confermata, ci troveremmo di fronte a dei veri mostri, pericolosi evidentemente oltre che per gli animali e per tutta la biodiversità, anche per le altre persone.

Tali gravissimi e criminali episodi maturano anche grazie alla totale assenza dello Stato e delle Istituzioni sul territorio, dove se la pianificazione di interventi di emergenza è un miraggio, lo sono anche la prevenzione e la gestione adeguata. Ho chiesto quindi, anche tramite una interrogazione Parlamentare, in che modo il Governo intenda finalmente intervenire, garantendo un sistema di prevenzione, pronto intervento e di azione con sufficienti mezzi e nel rispetto delle norme.

Si spendono milioni di euro per aerei da guerra ma non si investe su mezzi e uomini necessari in questi casi per difendere le persone, gli animali e l’ambiente. Ambiente e animali sono le principali vittime di una scellerata e incompetente gestione locale e nazionale che, come mai prima d’ora nella storia del nostro Paese, ha raggiunto livelli di inciviltà e di totale indifferenza.

Con questo episodio si sono distrutti patrimoni dello Stato e che appartengono a tutti i cittadini”.

Se il deputato M5s sostiene di avere le prove di questa pratica, sembra essere anche l’unico a Napoli. Anche la Cervasio, garante dei diritti animali del Comune di Napoli, ha smentito la notizia e parlato di una bufala:

“Come Garante dei diritti degli animali ho fatto le mie verifiche sul fatto che sarebbero stati trovati dei gatti usati come innesco per gli incendi del Vesuvio. Non risulta a nessuno degli inquirenti che stanno svolgendo indagini una simile atrocità.

Non ho notizia certa, se non dicerie, su questa che sarebbe un’usanza di zone rurali, di usare animali vivi – conigli o gatti – con stracci intrisi di benzina per incendiare stoppie. Del resto non capisco la meccanica di una tale usanza, che mi sembra oltremodo complicata, oltre che inutilmente cruenta.

In queste ore sono state diffuse, anche secondo quanto mi dice il generale Sergio Costa dei Carabinieri Forestali, e il presidente dell’ente Parco Vesuvio Agostino Casillo, notizie prive di ogni fondamento. Se un gatto è stato trovato bruciato, come si legge su qualche social, nessuno ne ha individuato le cause, perché non è stato consegnato alle autorità preposte per l’autopsia. Invito chiunque abbia notizie certe e non illazioni o ipotesi, a trasmetterle agli inquirenti per i debiti accertamenti”.

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