Visita in carcere ad Amanda: ”Tranquilla e serena ma spaventata dal futuro”

Pubblicato il 13 Dicembre 2009 - 15:52 OLTRE 6 MESI FA

amanda«Ho incontrato Amanda Knox nella sua cella del carcere di Perugia per verificare la sua condizione di detenuta».

È quanto ha dichiarato il deputato del Pdl Rocco Girlanda, presidente della Fondazione Italia Usa, spiegando all’ANSA che la visita di oggi è avvenuta «anche alla luce della fortissima eco che questo caso ha avuto negli Stati Uniti, tanto da interessare perfino le istituzioni americane e il segretario di Stato Hillary Clinton».

«Come presidente della Fondazione Italia Usa – ha aggiunto Ghirlanda – ho ritenuto necessario questo incontro per quelle che sono le ricadute che questo drammatico caso di cronaca sta avendo tra i nostri due Paesi, da sempre legati da un indissolubile vincolo di amicizia testimoniato dalla storia, un legame che non sarà certo un fatto di cronaca nera a ledere o compromettere».

«Una visita, quella ad Amanda Knox, che ovviamente va al di là di qualsiasi considerazione sullo svolgimento e sugli esiti del processo – continua il presidente della Fondazione Italia Usa – temi questi che competono unicamente alla magistratura giudicante del nostro Paese e che non possono e non debbono in alcun modo rientrare negli incontri tra parlamentari e detenuti, come del resto ben precisano anche le norme penitenziarie. Ritengo peraltro fuori luogo – conclude l’on. Girlanda – l’inserimento dell’antiamericanismo, come richiamato dalla senatrice americana Maria Cantwell, in una vicenda come quella in oggetto, che si presta a facili strumentalizzazioni. Proprio per questo la Fondazione Italia Usa visiterà periodicamente Amanda Knox in carcere, per testimoniare la vicinanza umana verso una detenuta americana. A mio parere sarebbe più giusto evitare di creare polemiche o presunti casi di Stato, che esulano totalmente dalle dichiarazioni rese dalle parti in oggetto e dai rispettivi governi».

L’onorevole Ghirlanda ha trovato una Amanda Knox tranquilla e serena ma anche spaventata per quello che sarà il futuro. Il parlamentare ha espresso apprezzamento per la situazione e l’organizzazione della struttura detentiva perugina.

«La cosa che più mi ha impressionato – ha detto Girlanda riferendosi alla Knox – è che ha risposto sì quando le abbiamo chiesto se rimarrebbe in Italia anche una volta libera. Amanda ha comunque spiegato che sente in questo momento la grande mancanza della sua famiglia e dei suoi affetti. E’ molto tesa».

Il presidente della Fondazione ha quindi spiegato di essersi appositamente recato in visita alla giovane americana dopo gli ultimi giorni di polemiche legate alla giustizia italiana e americana.

«Amanda – ha detto ancora l’onorevole Ghirlanda – ha completa fiducia per gli esiti della vicenda». Riferendosi al carcere di Perugia Ghirlanda l’ha definita una struttura “vivibile e di alto livello”.

Parla invece di “chiara strumentalizzazione”, il responsabile nazionale Udc enti locali, Maurizio Ronconi, criticando la Fondazione Italia-Usa per aver voluto «pubblicizzare la visita in carcere ad Amanda come a rassicurare il popolo americano sul comportamento delle autorità carcerarie e di quelle giudiziarie italiane nei confronti della ragazza giudicata colpevole».

«Visitare i carcerati – dice Ronconi in una nota – è sempre una buona cosa a patto che sia rivolta al sollievo dei carcerati e non alla strumentalizzazione. Invece di queste iniziative gratuitamente propagandistiche ci sarebbe bisogno di un po’ di silenzio e soprattutto di pietas umana nei confronti della vittima ed anche verso i condannati. La Fondazione Italia-Usa – conclude Ronconi – ci aveva abituati ad iniziative di ben altro spessore e significato e dispiace sinceramente questa caduta di stile».

«Non sono arrabbiato certo con l’Italia o con Perugia, sarebbe ridicolo. Per me la condanna di Amanda è un errore, ma avrebbe potuto succedere in qualsiasi parte del mondo. Non c’entrano i Paesi o i sistemi giudiziari». Lo ha detto l’ex fidanzato di Amanda Knox, David Johnsrud, a “Gente”, in edicola lunedì 14 dicembre e di cui è stata data un’anticipazione.

«Soffro a pensare ad Amanda chiusa in cella così a lungo, ma so che lei deve essere forte, ha cose belle e importanti nella sua vita. Ha la famiglia, che le starà sempre vicina e che sta sacrificando tutto per lei, ha me e i suoi amici: continueremo a lottare per dimostrare la sua innocenza. E poi – ha aggiunto – ha il dono stesso della vita. Quella vita che qualcuno ha sottratto, invece, a Meredith. Io spero che Amanda rimanga se stessa: lei non odia chi la odia. E cerca di vedere una luce anche nel buio totale».

David lancia poi un appello:«Guardiamo al futuro, Amanda ha un processo d’appello da preparare. Ho parlato con molte persone in Italia e so che spesso, in attesa di sentenze definitive, vengono concesse misure di detenzione diverse dal carcere, come gli arresti domiciliari. Ad Amanda questo è stato negato per oltre due anni, mentre in molti altri casi è stato concesso. Anche chi è convinto della sua consapevolezza si domanderà il perché di questa differenza di trattamento. Per favore, io chiedo che le venga data la possibilità di restare con la sua famiglia mentre aspetta pazientemente il verdetto definitivo», conclude l’intervista.