Vuole uccidere moglie malata Sla: lei lancia Sos con occhi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2015 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
Vuole uccidere moglie malata Sla: lei lancia Sos con occhi

Vuole uccidere moglie malata Sla: lei lancia Sos con occhi

TORINO – Il marito, stanco della solitudine, voleva uccidere la moglie malata di Sla e poi togliersi la vita. La donna però è riuscita a chiedere aiuto scrivendo un Sos con gli occhi e inviandolo al fratello, che ha avvisato i carabinieri. Tatiana, 35 anni, e Fabrizio, 34 anni, si sono sposati 3 anni fa dopo 10 di fidanzamento, poi la donna è rimasta paralizzata per via della malattia e da allora lui l’ha accudita. In un momento di disperazione però l’uomo ha deciso di farla finita, nella loro casa di Villaretto di Roure, in provincia di Torino.

Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera scrive che l’uomo sembrava aver preso la sua decisione: uccidere e uccidersi. Lei però è riuscita a chiedere aiuto al fratello:

“Sla, un morbo che divora, una tortura. A lei ha tolto i muscoli e la voce cosicché per parlare usa un puntatore elettronico che traduce in lettere il suo pensiero attraverso l’orientamento della pupilla sulla testiera. Quella sera ha scritto al fratello Antonio che abita in fondo alla valle e ha fatto scattare l’allarme. Sono arrivati i carabinieri, Fabrizio si è barricato in casa brandendo coltelli e urlando minacce. «Andate via tutti». «Vedrete che cosa faccio». «Nessuno si occupa di me». «Sono armato». Morale: il trentaquattrennne Fabrizio, disoccupato di Villaretto di Roure, viene arrestato, processato per direttissima e liberato con il divieto di avvicinarsi alla casa del cognato dove nel frattempo è stata trasferita Tatiana con il suo macchinario. E’ quanto successo nell’ultima settimana a questa giovane donna appassionata di musica, innamorata di Fabrizio e tradita dalla salute”.

All’arrivo dei carabinieri l’uomo è stato arrestato e al giudice ha dichiarato di “essere andato fuori di testo per lo stress”:

“«A Tatiana non ho mai fatto del male e mai ne avrei fatto. Sono stato lasciato solo con lei e mi sembrava di non farcela più». Fabrizio e Tatiana, dieci anni di fidanzamento, tre di matrimonio. Un appartamentino condiviso in questo paesino di montagna della media Val Chisone. Villaretto non è nemmeno un paese, è un gruppo di case dall’aria triste che si allunga sulla statale verso il Sestriere. Un bar, un sentiero che sale, il bosco. Il loro appartamento è al primo piano della palazzina della posta. «La ama più di se stesso – sospira Marika del Sigmund bar dove si ritrovano un po’ tutti, giovani e vecchi – Quante volte mi ha detto “io mi rovinerei la vita per lei”». Era angosciato dalla situazione, senza un lavoro, solo con Tatiana e con la sua malattia che da anni gli occupava le giornate. «Troppo tempo e troppo solo, l’hanno abbandonato e questa non è una cosa giusta. Lui era preoccupato perché sentiva di non farcela, di non riuscire a dare a Tatiana abbastanza sostegno». Sognava una famiglia normale, avrebbe voluto dei figli. «Quando io ho partorito mi ha detto “vorrei essere al posto tuo”. E poi c’erano le chiacchiere di paese, “maledette chiacchiere”. Chi lo vedeva fuori di casa diceva subito che doveva stare con sua moglie»”.

Cristian Bosello, il suo avvocato, ha spiegato che Fabrizio avrebbe minacciato la moglie in un momento di disperazione

“«Il fuoco dell’impotenza – aggiunge Cristian Bosello, il suo avvocato – Vedeva nero perché non aveva un lavoro, non aveva soldi e non aveva aiuti e anche con la famiglia di Tatiana non era un idillio». Da casa Cantin non vogliono polemizzare e tagliano corto: «E’ un problema da risolvere in famiglia, Tatiana ha ora bisogno di ritrovare la serenità». Ecco, dunque, cosa c’era dietro quel messaggio disperato lanciato da Tatiana. C’era una minaccia, certo. Lei si è salvata grazie a quel monitor, alle sue pupille che scrivono come polpastrelli. Ma alla base di tutto non si vedono tracce di odio. Solo di un grande amore e di molta solitudine, impotenza e disperazione. Dopo le manette e il processo Fabrizio è tornato nella casetta di montagna. Dove ha sempre vissuto con lei. Che ora, assicurano gli amici, gli manca più dell’aria che respira”.