La moglie di Bossetti e la memoria che cambia su orari e computer

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2014 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA
Marita Comi e l'intervista a Gente

Marita Comi e l’intervista a Gente

BERGAMO – Gli orari e il computer. Due contraddizioni emergono tra l’intervista di Marita Comi, la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti – accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio – rilasciata a Gente, e l’interrogatorio.

La prima contraddizione riguarda la sera della scomparsa e dell’omicidio di Yara Gambirasio.

Se nel primo interrogatorio Marita Comi aveva spiegato di non essere sicura che Bossetti fosse in casa tra le 19 e le 22 del 26 novembre 2010, durante il colloquio con Gente invece è certa: “…quella bambina è morta dopo le 19, forse dopo le 22. Ebbene, mio marito non poteva essere là fuori ad uccidere perché era a casa…Come faccio a ricordarmi? Perché ogni giorno per noi è identico all’altro, di rado restava fuori casa dopo le 19 e ogni volta mi avvertiva. Se anche quella sera ci fosse stato uno strappo alla regola lo rammenterei…”

La seconda contraddizione riguarda invece l’uso del computer di casa. Scrive la Stampa: “Alla domanda del magistrato su chi usava i due computer ritrovati nell’abitazione di Mapello, la moglie di Bossetti stranamente, su suggerimento dell’avvocato, si era avvalsa della facoltà di non rispondere”.

E invece, durante il colloquio con Gente, Marita Comi dice che “L’ho voluto io, pensavo che prima o poi l’avrebbe utilizzato anche lui per fare le fatture della ditta, ma preferisce la penna. Ci navigavo io soprattutto e la pagina Facebook l’ho aperta io usando il suo nome…Si è detto che il Massi cercava con strana frequenza notizie su Yara al computer. Ripeto, la navigatrice sono io, ma è ovvio che anche lui si interessasse a Yara. Quale bergamasco non ha seguito il caso con attenzione speciale?”