Yara Gambirasio, perito caso Fikri: “Bossetti? Indagine seria, no dubbi sulla condanna”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2017 - 17:58 OLTRE 6 MESI FA
Yara Gambirasio, perito caso Fikri: "Bossetti? Indagine seria, no dubbi sulla condanna"

Yara Gambirasio, perito caso Fikri: “Bossetti? Indagine seria, no dubbi sulla condanna”

MILANO – La Corte d’Appello ha confermato la condanna all’ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Gli appelli del muratore sulla sua innocenza non hanno convinto i giudici e ora Leila Hassoun, perito traduttore del Tribunale di Milano che ha seguito la vicenda giudiziaria del primo indagato Mohamed Fikri poi scagionato, ha commentato: “Non avevo dubbi sulla condanna, le indagini sono state condotte con serietà”.

La Hassoun ha sottolineato che l’indagine insegna come un lavoro tecnico fatto bene può dare risultati, riferendosi alla perizia del Dna di Ignoto 1 che ha portato alla cattura di Bossetti e alla sua condanna:

“Non avevo dubbi sulla conferma della condanna, vista la serietà con cui sono state condotte le indagini dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri. Un lavoro di indagine di cui sono onorata di aver fatto parte anche io. Quest’indagine ci insegna che quando c’è un lavoro tecnico fatto bene si possono ottenere dei risultati. Ad esempio, il mio intervento ha dato una mano, perché poi le indagini si sono indirizzate in altro modo e sono arrivate al Dna di Ignoto 1”.

I guai giudiziari per Fikri iniziarono la sera del 4 dicembre 2010, una settimana dopo la scomparsa di Yara. Con una rocambolesca operazione, i carabinieri raggiunsero un traghetto salpato da Genova e sul quale il marocchino stava raggiungendo Tangeri. Poche ore prima era stata intercettata una telefonata nella quale, secondo una prima traduzione, Fikri avrebbe dichiarato: “Che Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io”. Leila Hossoun, nell’ottobre del 2012, venne incaricata dal pm Ruggeri di riascoltare l’audio di quell’intercettazione.

“Capii subito – racconta – che non c’era la parola ‘uccidere’, le parole di Fikri era un sottofondo e solo un’invocazione a Dio”.

Col passare del tempo la posizione del marocchino venne definitivamente archiviata e le indagini si concentrarono sulla ricerca di Ignoto 1, fino a che nel giugno di tre anni fa venne arrestato Bossetti:

“Nella traduzione delle intercettazioni bisogna stare molti attenti – spiega il perito – perché una parola tradotta male può causare danni gravissimi. Sono molto sincera, ho sempre tifato per la pm Ruggeri conoscendo la serietà del suo lavoro e ieri non avevo dubbi sulla conferma della condanna”.