Yara, Massimo Giuseppe Bossetti a Marita Comi: “Dovevi darmi un alibi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Marzo 2015 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Yara, Massimo Giuseppe Bossetti a Marita Comi: "Dovevi darmi un alibi"

Massimo Giuseppe Bossetti

BERGAMO – “Dovevi darmi un alibi. Ora butta via quei coltelli”: è quanto avrebbe detto alla moglie, Marita Comi, Massimo Giuseppe Bossetti, unico indagato in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio a Brembate di Sopra (Bergamo).

Nelle intercettazioni dei due coniugi durante i loro colloqui in carcere, riferiscono Paolo Berizzi e Piero Colaprico su Repubblica, Bossetti avrebbe rimproverato la moglie per non avergli fornito un alibi per la sera del 26 novembre 2010, quando la tredicenne venne uccisa.

Le intercettazioni risalgono al 26 giugno del 2014. Ecco la trascrizione riportata da Repubblica.

Bossetti: “Sul giornale c’è su l’articolo… che tu hai detto che non sapevi dove mi trovavo quel giorno lì a lavorare… “.

Comi: “Allora, io non ho fatto nessuna dichiarazione sui giornali, assolutamente (…) Ascolta io gli ho detto… perché mi hanno chiesto, a che ora sei arrivato… Gli ho detto “non mi ricordo” Massi”.

B: “Il marito non trova un alibi con la moglie… “.

C: “Ecco ma dopo, dopo ci ricamano sopra Massi. È per quello che non devi ascoltare, non devi leggere i giornali. Non è vero, gli ho detto solo che non mi ricordo a che ora sei arrivato. Quattro anni fa non mi ricordo a che ora sei arrivato! Gli ho detto che comunque di sicuro prima delle 19.30, perché comunque cenavamo sempre insieme, e poi, siamo sempre insieme anche la sera “.

B: “Usciamo sempre a fare la spesa insieme, ho detto io!”

C: “La spesa? Ma comunque siamo sempre a casa alla sera. Guarda che loro mi hanno chiesto un’ora, l’ora non mi ricordo Massi, non posso dirgli un’ora che non mi ricordo, capisci? È per quello che non mi sento di dire bugie, Massi, devo dire solo la verità… basta! La dico io e la devi dire anche tu, hai capito? Basta… “.

Il 3 luglio 2014 in un secondo colloquio in carcere con la moglie, Marita Comi, Bossetti si mostra preoccupato per un coltello sequestrato in casa.

Comi: “Hanno tirato fuori tutto Massi!… “.

Bossetti : “Han trovato quel coltello là? Ti ricordi?”

C: “Sì”.

B: “Quello lo tenevo se entrava qualcuno a casa”.

C: “Non l’hai mai usato? Sei sicuro? “.

B: “Mai, mai”.

C: “Non troveranno niente Massi?”

B: “Non troveranno niente perché non ho fatto niente”.

Di coltelli i coniugi tornano a parlare nel colloquio del 29 luglio.

Comi: “Ascolta, alt un attimo… i due coltellini”.

Bossetti : “Tre”.

C: “Mi avevano detto che erano due… tre, a parte quello grosso, i piccoli, erano in una scatola rossa (…) Li ho trovati io ieri sera… ce li ho lì nella borsa”.

B: (sottovoce) “Tirali via”. (…)

C: “Quanti ce ne hanno allora, quanti ce ne avevi?”

B: “Quei due piccolini (…) Uno nel cassetto, nel comodino quello tipo Rambo”.

C: “Allora quanti ne avevi, quattro?”

B: “Ma quei due lì non sapevo di averli… giuro… l’ho letto… “.

C: “Scusa eh”.

B: “Buttali, buttali… capito? Buttali via”.

Nel colloquio del 4 dicembre Marita Comi comunica al marito che sarebbero emersi altri “profili telefonici” all’interno dei quali sarebbero stati trovati contatti con Yara.

B: “Cosa facevo io col telefono?” C: “Un altro profilo… ci sono dei contatti con Yara!”.

B: “Non potevo avere io contatti con lei… non c’ho il suo numero di telefono”.

C: “Eh sì”.

B: “Smentite tutto. Quello che mi interessa a me è di quelle foto lì”.

C: ” Prima dicevano che la conoscevi così, poi che ti è venuto un raptus, che l’hai presa così, e l’hai portata via (…) lei non ci stava ed è degenerato nel… “.

B: “C’è qualcuno che mi ha visto? ”

C: “Loro c’hanno le prove”

B: “Eh? Tirino fuori le prove, glielo dirò anch’io”.