Afghanistan/ Si chiamava Alessandro Di Lisio il parà ucciso nell’attentato di Farah. Stanno bene i tre feriti

Pubblicato il 14 Luglio 2009 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

Si chiamava Alessandro Di Lisio il caporalmaggiore dei Parà della Folgore ucciso questa mattina a Farah, in Afghanistan, durante un attacco talebano con un ordigno piazzato sulla strada ai danni di un convoglio militare del contingente italiano. Secondo fonti militari, questa mattina a circa 50 chilometri a nord-est di Farah una pattuglia di paracadutisti della Folgore e del 1° Reggimento Bersaglieri è stata attaccata con un ordigno posizionato lungo la strada. Nell’esplosione, che ha coinvolto il primo mezzo, sono rimasti feriti tre parà mentre un quarto è deceduto per le ferite riportate subito dopo essere stato trasportato all’ospedale militare di Farah. I tre feriti sono: il tenente Giacomo Donato Bruno, il primo caporal maggiore Simone Careddu e il primo caporal maggiore Andrea Maria Cammarata. Le loro condizioni non destano preoccupazione.

I mezzi e gli uomini coinvolti nell’attacco erano diretti a una caserma afghana a Farah. Il rinforzo era stato chiesto dalle forze armate locali che, sotto costante attacco dei ribelli, con riuscivano a completare i lavori di costruzione della struttura.

Di Lisio era era nato il 15 maggio 1984 a Campobasso ma risiedeva in contrada Peschiatura a Oratino (Campobasso), dove la sua famiglia si era trasferita a dicembre del 2005. La sua famiglia e’ composta dal padre, Nunzio, dalla madre, Addolorata, e dalle sorelle Maria e Valentina. «Non posso crederci, non è vero, forse è uno scherzo?» è quello che ha dichiarato Nunzio Di Lisio appena è stato informato della morte del figlio.