Problemi fisici per negligenza della Cia: le accuse di un ex 007 in un libro

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 08:27 OLTRE 6 MESI FA

SAN ANTONIO – L’opera prima «In from cold» sta già facendo parlare di sé negli Stati Uniti, e non certo per i suoi meriti letterari. Ad interessare il pubblico ed i media è il passato dell’autore del libro. Kevin M. Shipp, è infatti stato per molti anni un agente della CIA, impegnato in prima linea in importanti attività di sicurezza nazionale, controspionaggio e contrasto al terrorismo. Cinque anni dopo il suo allontanamento dalla CIA, Shipp racconta gli ultimi anni della sua difficile esperienza nell’agenzia per la sicurezza, anni sfociati in un processo legale. La negligenza della CIA sarebbe stata la causa, sostiene Shipp, di gravi problemi di salute che hanno colpito la sua famiglia ed anche della causa di divorzio con moglie.

I guai iniziano quando viene assegnata a Shipp e alla sua famiglia casa di ordinanza a Camp Stanley perché l’agente studi e scopra le falle nel sistema di sicurezza della centrale. Camp Stanley si trova in Texas, a nord di San Antonio, ed è stato per anni un deposito di armi. Non è chiaro che attività si svolgessero nel campo della CIA. L’ex moglie di Shipp, Lorena e il figlio Joel hanno parlato, in un’intervista, di bunker e di vecchie armi, alcune di produzione sovietica. A volte, si vedevano ufficiali fare esercitazioni militari e occasionalmente qualche oggetto veniva bruciato o sepolto nel terreno. « La casa in cui la nostra famiglia è stata trasferita – dice Joel – si trovava sopra sulla cima di un mucchio di munizioni sepolte. Una volta, io e mio fratello abbiamo estratto dal terreno una granata a gas.»

In questo ambiente insalubre gli Shipp cominciano ad ammalarsi. Dapprima hanno improvvise perdite di sangue dal naso, in seguito sviluppano altri malori come vomito, perdita di memoria, eruzioni cutanee, attacchi d’asma. Secondo la testimonianza dei membri della famiglia, in quel periodo i dottori dicono che i sintomi assomigliano a quelli dell’infezioni del HIV o dell’esposizione alla radiazioni. In seguito alle preoccupazioni espresse sugli improvvisi malesseri fisici, gli Shipps sono allontanati dalla casa per due volte. Il responsabile di Kevin Shipp minimizza però il problema, dicendo che i test non hanno rivelato livelli di insalubrità, e la famiglia torna così nell’abitazione. La testimonianza dei giornali locali di Camp Stanley dà ragione però ai reclami di Shipp. Nell’agosto del 2001, secondo un articolo di un giornale, ufficiali militari hanno distribuito acqua in bottiglia ai residenti, dopo aver scoperto che, a causa delle attività militari, le tossine avevano contaminato una fonte d’acqua nella zona.

Allontanato dal suo incarico nel 2002, Shipp decide di portare la CIA davanti al tribunale per i danni provocati alla salute sua e della sua famiglia. Un primo giudice federale ordina agli Shipp e all’agenzia governativa di raggiungere un compromesso e nel dicembre 2003 è firmato un accordo che prevede che la famiglia sia rimborsata con 400000 dollari e che si impegni, in compenso, a mantenere il riserbo sulla vicenda. Due giorni dopo la firma, il governo ritira il suo assenso e decide di portare il caso nuovamente davanti alla corte. Ed è qui che per gli Shipp la missione diventa impossibile. Il dipartimento di giustizia decide infatti di avvalersi del “privilegio del segreto di stato” – una dottrina che, invocando il bene della sicurezza nazionale, serve frequentemente a riparare le attività illegali dei servizi segreti dall’attività giudiziaria. Il caso viene dunque, come da copione, accantonato, ed una corte d’appello a New Orleans, in una sentenza non resa pubblica, conferma questa sentenza. All’ex 007 non resta che una scelta: quella di imbracciare una penna e cominciare a scrivere.