La pronipote: “Al Capone finì ad Alcatraz perché era italiano”

Pubblicato il 22 Novembre 2011 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

Al Capone

NEW YORK – Al Capone pagò il suo sangue italiano a detta della sua pronipote.

Erano gli anni ’20 ed “era il re di Chicago” , racconta Deirdre Marie Capone a RadarOnline.com, ma “finì ad Alcatraz non per i suoi crimini”.

“E ‘stato condannato per evasione fiscale e mandato in quel carcere quando aveva 35 anni. Non avrebbe mai dovuto stare lì perché il suo era un reato da colletto bianco, invece ci rimase dai 40 ai 48 anni”.

Poi Deirdre Marie continua e incalza: “Al Capone non ha fatto nulla di diverso da JFK, Rockefeller e Ford. Erano tutti immigrati, era l’epoca dei divieti e l’era del jazz e tutti volevano l’alcol, ma c’era un gruppo di imprenditori che volevano portarlo dentro perché era italiano, e lui ha pagato per questo”.

Dal ’30 in poi, da quando venne dichiarato nemico pubblico numero uno della città di Chicago, cominciò il declino di “Scarface”, finché venne spedito ad Alcatraz, dove si comportò da detenuto modello e mostrò i primi segni di demenza causata dalla sifilide.

Morì di ictus a 48 anni nel 1947