Amazzoni di Gheddafi: stuprate, rasate, coperte di urina. Soraya e le altre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 20:50| Aggiornato il 25 Ottobre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Amazzone di Gheddafi: stuprate, rasate, coperte di urina. Soraya e le altre

Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi nel 2010 (Foto Lapresse)

TRIPOLI – Soraya era una studentessa di 15 anni quando, nel 2004, conobbe Muammar Gheddafi, in visita alla sua scuola a Sirte, vicino a Tripoli. Lui aveva 62 anni e da 35 anni era il dittatore della Libia, temuto in patria e rispettato come leader all’estero. Lei, bellissima, era stata scelta per offrirgli un mazzo di fiori in omaggio. Quando lui la vide le prese la mano libera e la baciò. Lei non lo sapeva, ma quello era il segno. Il giorno dopo tre donne in divisa vennero a prenderla nel negozio della madre, dove lavorava. Dissero che doveva portare un nuovo mazzo di fiori a Gheddafi, che aveva gradito il suo saluto il giorno prima. La madre provò ad opporsi. Invano, ovviamente.

Soraya venne portata in una tenda nel deserto. Lì iniziò la sua vita di schiava sessuale di Gheddafi. Stuprata, picchiata, rasata, coperta di urina. Sette anni di torture. E Soraya non fu l’unica. Come lei tutte le cosiddette “amazzoni” del dittatore libico, selezionate e procacciate da Mabrouka, probabilmente la donna più potente della Libia durante il regime. E anche diverse guardie di sesso maschile. Ma la storia di Soraya è stata raccontata dalla giornalista francese Annick Cojean nel libro “L’harem di Gheddafi”, di cui il Daily Mail dà un’ampia anticipazione. 

Pieno di Viagra, whiskey e cocaina Gheddafi viveva il sesso come un modo per affermare il proprio potere. Uno dei suoi più stretti collaboratori ha spiegato che “il sesso era l’unica cosa a cui lui pensava seriamente”. Lui che nel 1981 aveva annunciato di voler “liberare completamente le donne di Libia al fine di salvarli da un mondo di oppressione e sottomissione”. E che solo tre anni fa, accolto con tutti gli onori a Roma, circondato dalle sue amazzoni. Soraye torturate. E segnate a vita.