Attentato Istanbul, killer in fuga: pista commando, stile Bataclan. Isis rivendica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Gennaio 2017 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA
Attentato Istanbul, killer in fuga: pista commando, stile Bataclan. Isis rivendica

Sarebbe questo il vero volto dell’attentatore. Non aveva la barba come si era pensato in un primo momento

ISTANBUL – Mentre prende sempre più piede la pista del commando, e mentre l’Isis ha rivendicato la strage, prosegue l’imponente caccia all’uomo in Turchia per trovare il killer (o uno dei killer) del Reina.

Finora infatti è stato identificato un solo uomo ma secondo la polizia turca, 39 persone uccise, anche se ammassate in una discoteca, sono troppo per una sola bocca di fuoco. Inoltre sono stati esplosi ben 180 colpi. Si pensa allora ad un’altra pista, quella che a sparare non sia stato un solo uomo ma un commando fatto di almeno tre persone, come quello della strage del Bataclan a Parigi. E la dinamica dell’attentato ad Istanbul ricorda infatti molto quella dell’attacco al locale francese.

L’uomo è ripreso da alcune telecamere di sorveglianza mentre arriva e spara subito con un fucile al buttafuori del locale (guarda il video)  e non avrebbe capelli scuri e barba corta e disegnata come si era pensato all’inizio.

All’interno del Reina la sera di capodanno c’erano anche degli italiani che raccontano di essersi salvati buttandosi a terra, ma raccontano anche di aver sentito degli spari provenire anche dal piano di sopra, quello del ristorante giapponese. Motivo in più per credere che il killer non fosse solo.

Secondo un testimone kuwaitiano citato dal Guardian, mentre sparava all’impazzata sulla folla l’attentatore avrebbe gridato “Allahu Akbar”, “Dio è grande” in arabo. La testimonianza concorda con quanto raccontato da una donna libanese citata da Reuters: “Abbiamo sentito quell’uomo urlare ‘Allahu Akbar'” e “abbiamo udito i passi schiacciare i vetri rotti”, “prima abbiamo pensato a uno scontro fra alcuni uomini”, poi “abbiamo sentito il suono degli spari e ci siamo nascosti sotto i tavoli”.