Brasile, missionario difende il preservativo contro l’Aids: richiamato in Italia

Pubblicato il 3 Aprile 2011 - 20:12 OLTRE 6 MESI FA

SAN PAOLO – I fedeli di una chiesa cattolica di San Paolo del Brasile sono ‘in rivolta’, dopo l’annunciato richiamo in Italia di padre Valeriano Paitoni, un missionario italiano che da 33 anni in Brasile assiste bambini e adolescenti contagiati dall’Aids, e che ha sempre difeso strenuamente, contro i dettami del Vaticano, l’uso del preservativo. ”Per me il preservativo non è un male minore – ha ripetuto il padre italiano di 61 anni, già in passato ammonito dal Vaticano ma finora mai rimosso dal suo incarico -. Fra i beni – ha affermato – il profilattico è il bene maggiore”.

Il religioso ha appreso all’inizio dell’anno dalla sua congregazione, l’Istituto Missioni della Consolata, di dover rientrare in Italia. Il suo trasferimento minaccia ora la continuità di tre strutture mantenute da padre Valeriano, tutti asili per giovani contagiati dal virus Hiv. I parocchiani brasiliani della chiesa ”Nossa Senhora de Fatima” di Imirim, un quartiere periferico di San Paolo, sono insorti contro la decisione. Ma, intanto, anche l’arcidiocesi paulista, proprietaria di un edificio che ospita uno degli asili, la Casa Siloè, ha dato l’avviso di sfratto al sacerdote italiano.

”Non mi hanno fornito alcun motivo valido perché l’asilo venga trasferito in un altro immobile – si è lamentato padre Paitoni al quotidiano Folha de S.Paulo -. Se loro avessero altre finalità per quella sede sarei io il primo ad andarmene”. Ma l’impressione diffusa, a San Paolo, è che il suo rientro e lo sfratto abbiamo un solo motivo: la sua difesa dell’uso del preservativo per prevenire la diffusione dell’Aids.