Carne di cavallo, Nestlè ritira ravioli e tortellini Buitoni in Italia e Spagna

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 - 00:37| Aggiornato il 21 Febbraio 2013 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Si allarga lo scandalo cominciato con le lasagne Findus. La Nestlè ritira dagli scaffali dei supermercati di Italia e Spagna i ravioli e i tortellini di manzo Buitoni, società che fa capo al colosso alimentare. La decisione giunge dopo che i test hanno rilevato tracce di Dna di carne di cavallo pari all’1%. A rivelarlo è il Financial Times, che cita un comunicato della multinazionale.

La scorsa settimana – ricorda il Financial Times – la stessa Nestlè aveva dichiarato che i suoi prodotti non erano stati colpiti dallo scandalo sulla carne bovina, iniziato in Irlanda e che sta dilagando in diversi Paesi europei.

Informate le autorità sull’esito degli esami, la Nestlè ha però rassicurato: “Non ci sono problemi di sicurezza alimentare”. I prodotti ritirati saranno sostituiti con altri “che i test confermeranno essere al 100% di manzo” aggiunge Nestlè e precisa che sono state sospese ”tutte le consegne di prodotti finiti con manzo della tedesca H. J. Schypke, società che lavora per uno dei nostri fornitori”.

Stiamo rafforzando i controlli di qualità con nuovi test. Assicurare la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti è stata sempre una priorità per Nestlè. Ci scusiamo con i consumatori e assicuriamo che le azioni prese per far fronte a questo problema si tradurranno in più alti standard e in una rafforzata tracciabilità” aggiunge Nestlè, precisando che saranno ritirate dalla vendita anche le ‘Lasagnes a la Bolognaise Gourmandes’ prodotte in Francia.      

Il dilagare dello scandalo della carne di cavallo in hamburger e lasagna ha spinto l’Unione Europa a scendere in campo ed approvare una raffica di test su carne di manzo per verificarne la composizione. Test rispetto ai quali l’Italia, primo consumatore di cavallo in Europa, si è espressa contrariamente. L’unico paese europeo a farlo.

Opposto l’atteggiamento della Germania che – riporta il Financial Times – seguirà un piano in dieci punti che va al di là di quanto stabilito a Bruxelles per verificare l’eventuale presenza di altri additivi non dichiarati.

Nel frattempo l’industria degli hamburger risente della crisi: nella settimana che si è chiusa il 2 febbraio le vendite di hamburger congelati in Inghilterra, dove lo scandalo è scoppiato, sono crollate del 40% e due terzi degli inglesi – in base a un sondaggio Nielsen – si sono detti contrari ad acquistare carne surgelata in futuro.