Cina, piogge e frane provocano 127 morti e 2000 scomparsi

Pubblicato il 8 Agosto 2010 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA

Sono almeno 127 le vittime delle forti piogge, che hanno causato inondazioni e smottamenti nel nord ovest della Cina, con circa 2000 persone ancora disperse. Sono poco più di 45.000 gli abitanti della contea di Zhouqu, nella prefettura autonoma tibetana di Gannan, interessati dalle forti piogge che da stanotte hanno scatenato l’inferno, tanto che il comitato nazionale cinese per la protezione civile, di concerto con il ministro della sicurezza nazionale e il centro statale di controllo delle inondazioni, hanno deciso di alzare il livello del disastro al grado due, il secondo più alto nella speciale scala dei disastri e delle emergenze.

I soccorritori, oltre 3.000, sono riusciti a portare in salvo 680 residenti, 80 dei quali trasportati in ospedale, mentre diverse zone non sono ancora state raggiunte, tanto che si teme che il bilancio delle vittime possa essere in realtà molto piu’ alto aumentare. Sul posto è giunto da poco anche il primo ministro cinese Wen Jiabao, che coordina le operazioni di soccorso, rese in queste ore un po’ più agevoli dalla diminuzione del livello dell’acqua, di circa 40 centimetri, ma sempre estremamente difficili dal muro di fango che in alcune zone supera ora i 2 metri.

Solo nel villaggio di Yueyuan sono oltre 300 le case sommerse da acqua e fango e non si sa quante vittime ci siano. Secondo un comunicato del governo provinciale, l’acqua esondata dal fiume Bailong e quella scesa dalle montagne portando rocce e detriti, hanno livellato un’area lunga circa 5 chilometri. La televisione cinese ha mostrato immagini di sopravvissuti che attendono di essere salvati sui tetti delle abitazioni, quasi del tutto sommerse dal fango. Alcune importanti strade della contea sono state ripulite alla meglio per favorire il passaggio dei soccorritori, ma molte zone remote non sono state ancora raggiunte e si scava a mani nude per estrarre dal fango eventuali sopravvissuti.