Como, trasportavano migranti in auto lungo la rotta balcanica: 21 arresti

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2016 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA
Como, trasportavano migranti in auto lungo la rotta balcanica: 21 arresti

Como, trasportavano migranti in auto lungo la rotta balcanica: 21 arresti

COMO – Ventuno persone sono state arrestate in Lombardia, a Como e Milano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo la Procura, gli arrestati avrebbero trasportato o fatto trasportare migranti su auto private sulla cosiddetta rotta balcanica.

Gli arresti, avvenuti nelle prime ore di martedì 6 settembre, sono avvenute in collaborazione con le polizie di Belgio, Svezia e Francia. Alcuni degli indagati erano da tempo irreperibili sul territorio nazionale e per loro sono stati emessi dei mandati di cattura europei.

Le indagini, avviate nell’ottobre 2015 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico del gruppo criminale, composto da 16 siriani, 2 tunisini, un algerino, un libanese ed un egiziano, che, operando in diversi Paesi europei, ha organizzato, traendone ingenti profitti economici, il trasferimento, dall’Ungheria soprattutto verso l’Austria e la Germania, di centinaia di migranti, perlopiù di nazionalità siriana.

L’inchiesta ha permesso, tra le altre cose, di ricostruire le attività e le dinamiche criminali del gruppo che, approfittando dell’imponente flusso migratorio che si è registrato lo scorso anno sulla rotta balcanica, ha realizzato un complesso meccanismo per il trasporto degli stranieri con vetture private.

Gli indagati, infatti, hanno impiegato circa 300 veicoli intestati a diverse società di comodo, avvalendosi di una vasta rete di passeur di varie nazionalità (anche italiana), un centinaio dei quali già identificati e, in parte, arrestati, in flagranza di reato, anche nell’ambito delle connesse attività condotte dalle autorità tedesche e austriache.

Le indagini, per lo spiccato carattere transnazionale delle condotte criminali emerse, si sono svolte nel quadro di un’articolata cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria che ha visto il coinvolgimento, tra gli altri, della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, di Eurojust e di Europol, nonché delle competenti autorità austriache, tedesche e ungheresi.

Sono stati anche ricostruiti i flussi finanziari attraverso i quali venivano corrisposti i compensi ai trafficanti di migranti: risultano infatti numerose transazioni di denaro indirizzate a soggetti, non sempre identificati, dimoranti in zone della Siria dove è in atto lo scontro che coinvolge anche milizie armate che si ispirano al fanatismo religioso.