Dacca, chi sono le vittime italiane: nomi, foto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2016 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA
Dacca, chi sono le vittime italiane: nomi, foto

Dacca, chi sono le vittime italiane: nomi, foto

DACCA – Delle 20 vittime di Dacca nove sono italiane. Un decimo italiano che si temeva fosse disperso, forse ferito, ha contattato i familiari: non era andato al ristorante dove il commando dell’Is ha compiuto la carneficina. La Farnesina ha confermato i nomi delle vittime. Sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Nel locale ieri c’erano 11 italiani al momento dell’assalto. Uno, Jacopo Bioni, lavorava in cucina e si è salvato scappando dal tetto. Questa la testimonianza choc di Jacopo:

“Stavo lavorando in cucina quando è arrivato un gruppo di amici italiani, tutti nel campo dell’abbigliamento, clienti abituali del ristorante. Tra loro anche la signora Adele, una donna speciale. Doveva tornare in Italia oggi. Credo siano tutti morti”. Poi racconta la sua fuga: ”Sono andato a parlare con loro e mi hanno chiesto una pasta speciale all’italiana, così mi sono avviato verso la cucina. Allora ho sentito urla e spari e mentre provavo a uscire ho visto un ragazzo con un’arma automatica che si avvicinava al tavolo degli italiani. Sono scappato insieme a Diego e altri colleghi nella direzione opposta, dal retro della cucina dove si trova una scala che va sul tetto al secondo piano. Poi hanno iniziato a sparare nella nostra direzione, a lanciare granate e allora ci siamo lanciati sotto”.

Boschetti e la moglie vivevano in Bangladesh da una ventina di anni e gestivano un’azienda tessile. Ma erano coinvolti anche nella missione umanitaria Interethnos Interplast Italy onlus. Ogni anno la loro abitazione diventava la base di un gruppo di medici italiani che veniva nel paese per curare malati. “La nostra equipe ha fatto cose straordinarie per la popolazione anche grazie a Gianni e Claudia – ha raccontato a Repubblica il professor Paolo Morselli, che vede i dottori della sua missione umanitaria ospitati a casa Boschetti, a Dacca, da 20 anni -. Ci hanno aiutato, hanno ospitato a casa loro 15-20 medici per due-tre settimane, ci hanno dato conforto”. “Per molte ore ho sperato in un miracolo, ma alla fine mi sono dovuto arrendere all’evidenza. Lei è morta, uccisa probabilmente da un unico colpo di pistola”, ha raccontato Boschetti che era riuscito miracolosamente a fuggire nelle prime fasi dell’attacco. Claudia D’Antona era sua moglie dallo scorso anno, lo era diventata dopo una lunga convivenza. Oggi insieme ai familiari di altre vittime, è stato portato a nord-ovest della capitale, nel Dhaka Cantonment, all’interno del quale si trova il Combined Military Hospital che ha ricevuto i resti delle 20 persone uccise dal commando terrorista. Qui sono stati a poco a poco trasferiti a fine mattinata in un mesto corteo di ambulanze per essere offerti prima al riconoscimento dei familiari e poi per la necessaria autopsia. “Sono uscito da quel luogo sconvolto”, ha confessato dopo aver effettuato il riconoscimento del cadavere della moglie, che era rinchiuso come tutti gli altri in un sacco di plastica adagiato su una barella all’aperto, sotto una pioggia monsonica battente. “Ho visto là dei cadaveri ridotti in condizioni pietose – ha ancora detto – per i colpi ricevuti anche con armi da taglio. Ma quello di mia moglie no. Forse non ha sofferto. Forse è morta colpita da un unico proiettile che l’ha stroncata”.

Il commando non ha avuto pietà neanche per Simona Monti, che aspettava un bambino. Aveva 33 anni e viveva da tempo a Dacca e lavora anche lei in un’azienda tessile.