Dallas, a casa del cecchino fucili e materiale per costruire bombe

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2016 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA
Dallas, a casa del cecchino fucili e materiale per costruire bombe

Dallas, a casa del cecchino fucili e materiale per costruire bombe (Foto da Facebook)

DALLAS – Materiale per costruire bombe, munizioni, fucili e giubbotti anti proiettili: è quanto è stato ritrovato nella casa del killer di Dallas, Micah Xavier Johnson. L’uomo, un afroamericano di 25 anni, quando ha sparato ai poliziotti aveva con sé un fucile d’assalto semiautomatico, oltre ad una pistola, ed indossava un giubbotto antiproiettile.

Johnson è l’unico killer della strage costata la vita a cinque poliziotti, oltre al ferimento di altre sette persone. Lo hanno confermato il segretario alla sicurezza nazionale, Jeh Johnson, ed il sindaco della città Mike Rawling. “Riteniamo che la città sia ora al sicuro”, ha detto il sindaco. Le prime ricostruzioni avevano fatto pensare alla presenza di più cecchini, aumentando l’allarme per la città.

A farlo ipotizzare, la presenza al corteo di una ventina di persone con fucili e giubbotti antiproiettile. Così quando si sono uditi i primi spari anche le persone armate in marcia hanno iniziato a correre, lasciando immaginare che fossero coinvolte. Le indagini successive hanno accertato un solo killer.

IL CECCHINO DI DALLAS – Incensurato, reduce della guerra in Afghanistan, “istruito” e “apolitico” secondo un’amico, ma anche “molto consapevole dell’essere una persona di colore”, secondo un’altra. Forse simpatizzante delle Nuove Pantere Nere, sulla base di una foto con il pugno alzato fatta girare sulla Cnn.

Chi era davvero Micah Johnson? Il “simpaticone” descritto dall’amico e vicino di casa Israel Cooper, secondo cui lo stragista di Dallas “non era certo un individuo violento”. O il ragazzo “sempre sensibile alle malefatte della polizia”, secondo quanto ha detto Caitlyn Lennon che aveva lavorato con lui in una paninoteca dal 2011 al 2013. L’anno dopo Micah era partito per l’Afghanistan come falegname nel 420esima brigata del Genio. Erano nati lì, in quei sei mesi al fronte, i semi dell’incredibile violenza? Tornato a casa il giovane era tornato a vivere con la madre a Mesquite, un sobborgo di Dallas non ha le caratteristiche di un ghetto.

“Rideva e cantava durante l’assedio delle forze dell’ordine”, ha detto una fonte di polizia alla NBC. Non sembrava nervoso e anzi, aveva confessato di essersi allenato in palestra in vista dell’agguato il cui obiettivo, per quanto riferito in quell’ultimo braccio di ferro, era di “uccidere bianchi, perché li odiava. E soprattutto poliziotti bianchi”.