Datagate, mail top secret Nsa: “Fb, Google, Yahoo, Microsoft ci costano milioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2013 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Datagate, mail top secret Nsa: "Fb, Google, Yahoo, Microsoft ci costano milioni"

Datagate, mail top secret Nsa: “Fb, Google, Yahoo, Microsoft ci costano milioni”

ROMA – Google, Microsoft, Facebook e Yahoo: le grandi compagnie sono finite tutte nel mirino di Prism e della National Security Agency americana, la Nsa. Non certo a loro insaputa però, come da sempre i colossi del web dichiarano. Un documento, riporta il Guardian, dimostra che per sorvegliare con Prism i contenuti web la Nsa ha pagato milioni di dollari per il silenzio e la complicità delle compagnie hi tech. Altro che server sicuri, secondo i documenti segreti dello scandalo Datagate in possesso del Guardian le compagnie sapevano e tacevano, lautamente ricompensate.

Tra le compagnie sul libro paga della Nsa vi sarebbero, secondo il Guardian, Google, Yahoo, Microsoft e Facebook. Dopo che nel 2011 la Nsa fu condannata da un giudice per l’incapacità di separare le semplici conversazioni domestiche dal traffico sospetto, violando così il quarto emendamento, la Nsa decise di far firmare alle società degli accordi Fisa, Foreign Intelligence Surveillance, ovvero delle certificazioni annuali per la sorveglianza del traffico.

A dimostrare la relazione e la complicità vi sarebbe un documento interno della Nsa, marcato top secret e datato dicembre 2012, che è stato divulgato dalla “talpa” Edward Snowden e che recita: “I problemi dello scorso anno relativi alle estensioni multiple delle certificazioni in scadenza ci sono costate milioni di dollari per implementare i provider di Prism per ogni successiva estensione, costi che sono stati coperti dal fondo Special Source Operations”.

I soldi dei contribuenti, spiega il Guardian, sarebbero stati usati per spiarli. Il Guardian, che segue lo scandalo da vicino, ha chiesto chiarimenti alle compagnie che fin dall’esplosione dello scandalo Datagate lo scorso 6 giugno negarono ogni complicità con la Nsa.

Un portavoce di Yahoo ha risposto: “Le leggi federali del governo americano prevedono che i costi legali che siamo obbligati ad affrontare per le procedure imposte dal governo siano rimborsabili dallo stesso. Abbiamo solo chiesto un rimborso spese che corrisponde ai costi da noi spesi”.

Facebook invece ha dichiarato di non aver ricevuto alcun compenso dal governo, tanto meno soldi dati in compenso per aver rivelato dati dei propri utenti. Google invece non ha risposto direttamente alla domanda del Guardian, ma si è limitata a negare la sua partecipazione a Prism e a ribadire la richiesta di maggiore sicurezza sui dati degli utenti.

Anche il portavoce di Microsoft ha replicato a quanto riportato dal Guardian, spiegando che la società “risponde solo con ordinanze del tribunale perché è legalmente obbligato a farlo, non perché viene rimborsata per un lavoro. Potremmo avere una discussione molto più informata sull’argomento se i provider potessero condividere informazioni aggiuntive, comprese le statistiche del numero di ogni eventuale ordine che avremmo potuto ricevere in ambito di sicurezza nazionale”.

Insomma i big del web continuano a negare ogni possibile legame consapevole con Prism e con la Nsa. Poco importano i documenti di Snowden e le rivelazioni del Guardian, ogni relazione, anche economica, viene smentita.