Petraeus e le dimissioni per adulterio: in 23 Stati Usa è ancora reato

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 16 Novembre 2012 - 11:59| Aggiornato il 16 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
David Petraeus (Foto Lapresse)

WASHINGTON – Per capire perché negli Stati Uniti il tradimento della moglie da parte del generale e capo della Cia Petraeus sia diventato affare di Stato occorre avere anche solo una vaga conoscenza delle leggi americane. D’altra parte non è il primo caso di tradimento eccellente, basta ricordare il caso Bill Clinton, sotto accusa (anche) per un “affaire” con la stagista. Le leggi di uno Stato sono lo specchio e la codificazione di stili, modi e usi di una società. E negli Usa l’adulterio è ancora reato in 23 Stati.

Reato, ovvero un’infrazione alla legge in grado di spedirti in galera. Certo, nessuno al giorno d’oggi finisce in galera in Virginia o in Texas perché ha tradito la moglie o il marito. Ma la legge, in effetti, è ancora lì, formalmente in vigore. Il tradimento è condannato, almeno moralmente, in praticamente tutto l’Occidente. Ma, e ce lo ricorda venerdì il New York Times in quella che definisce “l’eccezione americana”, “in quasi tutto l’occidente industrializzato l’adulterio non è materia da codice penale”.

Secondo il principio “chi tradisce la moglie (o il marito) non è affidabile” si capisce meglio cosa abbia spinto il generale Petraeus alla dimissioni o il presidente Clinton a negare a oltranza la storia con Monica Lewinski. Nel caso di Petraeus ci sono naturalmente di mezzo anche le leggi militari, cosa che rende il generale un cittadino “speciale” rispetto ad altri davanti alla legge. Ma c’è comunque una tradizione americana, di giurisprudenza e di costumi, che ancora non è del tutto mutata. La legge sull’adulterio proteggeva inizialmente la famiglia tradizionale, ma mentre il codice di molti Stati è stato modificato per ripulirlo dalle pene per omosessuali e “fornicatori” (ossia che fa sesso non essendo sposato), le pene per le “corna” sono ancora lì in ben 23 Stati.

D’altra parte non è un mistero che nei primi anni Duemila il film italiano “L’ultimo bacio” venne criticato negli Stati Uniti perché metteva un po’ troppo in buona luce il tradimento come momento di crescita dei personaggi o comunque come tappa quasi obbligata di una relazione “tradizionale” uomo-donna. Nel Paese di Petraeus non era un messaggio “digeribile” dal grande pubblico e, evidentemente, non lo è ancora.