Egyptair, gli Usa: ipotesi sabotaggio in una delle soste

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2016 - 08:35 OLTRE 6 MESI FA
Egyptair, gli Usa: ipotesi sabotaggio in una delle soste

Egyptair, gli Usa: ipotesi sabotaggio in una delle soste

ROMA – Attentato o sabotaggio, magari messo in opera in uno degli aeroporti in cui è transitato il volo Egyptair precipitato in acque greche con 66 civili a bordo. Ne parla il Corriere della Sera:

Fonti americane hanno invece riportato l’attenzione sugli spostamenti del velivolo prima della sciagura. Un’analisi legata sempre al sospetto che l’MS804 sia precipitato a causa di un attentato o sabotaggio. L’aereo – secondo una ricostruzione del Wall Street Journal — ha visitato nell’ordine: Bruxelles, il Cairo, Asmara (1 ora di sosta), il Cairo, Tunisi (un’ora e un quarto di sosta), il Cairo (2 ora circa), Parigi (67 minuti). In ognuno di questi aeroporti potrebbe aver agito un militante, imitando il modus operandi usato dall’Isis per abbattere il Metrojet russo nel Sinai. Servirà tempo per esaminare dipendenti e personale, un lavoro in un’atmosfera di diffidenza: nessuno ci tiene a passare per il responsabile di carenze nei controlli.

Nessuna congettura sulle cause dello schianto dell’Egyptair. Il presidente egiziano, Abdel-Fattah El-Sisi, interviene per la prima volta in pubblico sul tragico incidente dell’Airbus 320 precipitato giovedì scorso nel Mediterraneo con 66 persone a bordo. E lancia un monito ai media: inutile saltare a conclusioni affrettate. A Damietta per l’inaugurazione di un’azienda di fertilizzanti, Sisi precisa che “ci vuole del tempo per le indagini e che ogni ipotesi è possibile per cui, per favore, è importante non fare supposizioni e parlare di un’ipotesi specifica. L’inchiesta sarà trasparente”.

Sulle scatole nere, che la Cbs dava per localizzate per poi essere smentita dalla stessa Egyptair, il presidente ha annunciato di aver inviato un sottomarino robot, in grado di raggiungere una profondità di 3mila metri, per scandagliare il Mediterraneo con il compito di ritrovarle. Il sommergibile si aggiunge agli altri mezzi navali già sul posto e che hanno individuato i primi rottami. Sisi, dunque, esorta alla cautela in questa fase delicata per l’Egitto, il cui turismo ha registrato un drastico calo dopo lo schianto di un aereo russo nel Sinai nell’ottobre scorso.

Ma a quattro giorni dal disastro dell’Egyptair, rimane il mistero su cosa abbia innescato lo schianto. Soprattutto dopo che il sito specializzato The Aviation Herald, che ha analizzato gli ultimi dati registrati dai sensori di bordo, afferma che ci sono stati danni a un finestrino e fumo in uno dei bagni, tre minuti prima della scomparsa dell’aereo in mare. Forse dovuto ad un’avaria dell’impianto elettrico o del motore.

I dati sono stati ricevuti da tre canali indipendenti dal sistema Acars (Aircraft communications addressing and reporting system) e indicano un allarme fumo e quindi un possibile incendio in una delle toilette dell’aereo, segnalato alle 02.26. Un minuto dopo è scattato l’allarme fumo nella stiva meccanica, subito sotto la cabina di pilotaggio, che contiene computer e circuiti. L’ultimo messaggio Acars è stato inviato alle 02.29, scrive ancora The Aviation Herald, e 4 minuti dopo si sono persi i contatti con l’Airbus. La conferma della segnalazione di fumo a bordo era arrivata anche dalla Bea, l’ente per la sicurezza dell’aviazione francese.

L’esercito egiziano ha pubblicato le prime immagini dei rottami dell’aereo recuperate nella zona dello schianto, a 290km da Alessandria d’Egitto, incluso oggetti personali dei passeggeri e alcuni sedili danneggiati. “C’è stata una segnalazione di fumo prima nella toilette e poi nella stiva meccanica e per un periodo di 3 minuti il sistema operativo dell’aereo si è spento. Questo potrebbe indicare che non è stato un dirottamento, ma probabilmente un incendio a bordo”, sostiene l’esperto di sicurezza aerea, Philip Baum. “Stavano evidentemente affrontando qualcosa di grave”, ha aggiunto. Le autorità affermano che l’aereo ha virato prima 90 gradi a sinistra e poi 360 a destra prima di scendere in picchiata per 11,582 metri nel mare. Senza mai inviare una chiamata d’emergenza.