Fao: “Nel 2050 non ci sarà cibo per tutti, nutrizione a rischio”

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA- Il diffuso degrado e la crescente scarsita’ delle terre e delle risorse idriche stanno mettendo a rischio un gran numero di sistemi di produzione alimentare chiave, costituendo una seria minaccia alla possibilita’ di riuscire a sfamare una popolazione mondiale che secondo le stime raggiungera’ nove miliardi di persone entro il 2050. Lo afferma un nuovo rapporto della Fao (l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) sullo stato mondiale delle risorse idriche e fondiarie per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Solaw) presentato oggi a Roma.

Nel rapporto si sottolinea come sebbene negli ultimi 50 anni si sia registrato un notevole aumento della produzione mondiale (tra il 1961 e il 2009 la superficie mondiale coltivata si e’ estesa del 12%, ma la produzione agricola e’ cresciuta del 150%) “in troppe occasioni tali miglioramenti sono stati accompagnati da pratiche di gestione delle risorse che hanno degradato gli ecosistemi terrestri e idrici dai quali la produzione alimentare stessa dipende”.

Nessuna regione sembra esserne immune: ecosistemi a rischio si trovano infatti, secondo la Fao, ogni parte del mondo: dalle montagne della Cordigliera Andina alle steppe dell’Asia Centrale, dal bacino fluviale del Murray-Darling al centro degli Stati Uniti. I tassi di crescita della produzione agricola sono andati rallentando in molte aree e numero di terreni che hanno ormai quasi raggiunto i limiti della loro capacita’ produttiva sta aumentando rapidamente allerta la Fao, che spiega anche come il 25% della superficie agricola mondiale sia degradata.

Il 40% delle terre degradate a livello mondiale si trova in zone con alti tassi di poverta’, spiega il rapporto della Fao, secondo il quale per il 2050, la popolazione e i redditi in crescita costante richiederanno un aumento del 70% della produzione mondiale alimentare. Il che significa un miliardo di tonnellate di cereali e 200 milioni di tonnellate di prodotti d’allevamento da produrre in più ogni anno.

“Sistemi a rischio potrebbero semplicemente non essere in grado di contribuire a soddisfare i bisogni della popolazione mondiale di qui al 2050. Le conseguenze in termini di fame e poverta’ sono inaccettabili, per questo concrete azioni risolutive devono essere prese ora” dichiara il Direttore Generale della Fao Jacques Diouf.